Quattro secoli di Molière. La data di nascita del commediografo parigino che di solito si elegge come buona è il 15 gennaio 1622, sebbene non vi siano sicurezze. Si sa però che, a quel giorno, Jean-Baptiste Poquelin – questo il suo nome vero – è nato. Ciò che è certo è che da quattrocento anni la sua anima veleggia sui palcoscenici di tutto il mondo, a partire da opere quali ‘La scuola delle mogli’ (1662), il suo primo, controverso, capolavoro.

Ad essa seguono altri evergreen teatrali, come ‘Il Tartuffo’ (1664), ‘Don Giovanni o Il convitato di pietra’ (1665), ‘Il misantropo’ (1666), ‘Il medico per forza’ (1666), ‘L’avaro’ (1668), ‘Il malato immaginario’ (1673). Ma sono solo alcuni dei parti creativi di uno degli scrittori teatrali più grandi e geniali di tutti i tempi.

Molière e il parmigiano

 Partiamo da questa curiosità gastronomica, relativa all’ultimo desiderio di Molière che ce lo rende degno oltre modo di stare in questa nostra rubrica.  In una lettera dello scrittore e storico della letteratura M. Guy Fontaine, viene riportata la testimonianza (fonte la Comédie Française) della passione del grande commediografo per il parmigiano.
Quando si sente male, “… croyant avoir faime, il voulut manger un morceau de parmesan…”, chiede in sostanza di poter mangiare quello che considera il ‘re dei formaggi’. Era il 1673 e il parmigiano è già un must culinario a livello europeo. Molière docet.

Per approfondire l’aspetto gastronomico nelle sue opere, consigliamo il libro ‘Tarte à la crème. Commedia e gastronomia nel teatro di Molière’, di Ronald W. Tobin, del 1990.

Molière al cinema: le opere

C’è da perderci la testa. I dati, secondo l’attendibile fonte dell’Internet Movie Data Base parlano di ben 341 tra corti e lungometraggi, film per il piccolo schermo, serie televisive e video ispirati alle opere di Molière.

Il primissimo è ‘L’avare’ (1908), di Georges Méliès, di cui sono rimasti brevi frammenti. Attualmente l’ultimo film, del 2021, è un tv movie greco di 31 minuti, ‘O kata fantasian asthenis’, di Vassilis Oikonomou, dal ‘Malato immaginario’.

Nei 113 anni di intervallo, corre l’obbligo di ricordare pellicole quali ‘Il medico per forza’ (1931, Carlo Campogalliani), interpretato da Ettore Petrolini, oppure ‘Il borghese gentiluomo’ (1957), di Giacomo Vaccari, con Vittorio Caprioli, Lilla Brignone e Achille Millo.

 

 

E poi di nuovo ‘L’avaro’, sempre del 1957, tv movie di di Vittorio Cottafavi, con Sergio Tofano, Giulia Lazzarini e Nando Gazzolo. Ancora con Sergio Tofano (e con Elsa Merlini e Lucilla Morlacchi) è ‘Il malato immaginario’ (1959, Alessandro Brissoni). Del 1964 sono ‘Giorgio Dandin’, di e con Peppino De Filippo (e con Luigi De Filippo e Andreina Paul), e un ulteriore ‘Malato immaginario’, di Silverio Blasi, con Tino Buazzelli, Fulvia Mammi e Renato De Carmine.

Al 1967 risalgono il ‘Don Giovanni’ di Vittorio Cottafavi, con Giorgio Albertazzi, Franco Parenti e Sergio Tofano, e ‘Il misantropo’, di Flaminio Bollini, con Giancarlo Sbragia, Lea Massari e Alberto Bonucci. Nel 1973, ancora Vittorio Cottafavi dirige ‘La scuola delle mogli’, con Ferruccio De Ceresa, Stefania Casini e Giuseppe Pambieri, mentre, nel 1979, arriva ‘Il malato immaginario’ di Tonino Cervi, con Ettore Manni, Christian De Sica, Alberto Sordi, Vittorio Caprioli, Stefano Satta Flores, Bernard Blier, Laura Antonelli, Giuliana De Sio, Marina Vlady, Carlo Bagno ed Eros Pagni.

Chiudiamo il lungo (ed è un’estrema sintesi!) elenco filmografico con due arcinote trasposizioni ancora de ‘L’avaro’. La prima è del 1983, per la regia di Luigi Squarzina e le interpretazioni di Paolo Stoppa, Valeria Ciangottini e Andrea Matteuzzi. La seconda risale al 1990 e vede nuovamente al timone Tonino Cervi, che dirige Alberto Sordi, Franco Interlenghi, Christopher Lee, Laura Antonelli, Lucia Bosè, Nicola Farron, Carlo Croccolo, Miguel Bosé, Adriana Russo, Jacques Sernas, Anna Kanakis, Mattia Sbragia e Marie Laforêt.

Solo la lettura dei nomi di registi e interpreti di questi film fa venire i brividi e dà il senso di quanto e come anche il cinema, al di là della quantità di opere, abbia amato e studiato il nostro Molière. Giustamente!

 

Molière al cinema: biografie e simili

Molière, però, ha ispirato pure alcuni film che lo hanno visto, in un modo o nell’altro, protagonista: lui in persona, non i suoi scritti (o comunque solo indirettamente o per esigenze narrative).

Il primo lungometraggio che merita citare e vedere, nonostante le sue 4 ore e 20 di durata, è il ‘Molière’ del 1978 diretto dalla regista francese Ariane Mnouchkine, Premio Cesar (gli Oscar francesi) 1979 per miglior fotografia e miglior scenografia.

Così ne scrive John Christopher sull’Internet Movie Data Base: “Chi era Molière? È conosciuto ovunque come uno dei più grandi drammaturghi del mondo. Ma chi era? Nato Jean-Baptiste Poquelin nel 1622, sua madre morì quando lui era ragazzo. Cresciuto nelle brulicanti strade della Parigi del XVII secolo, Jean Baptiste ricevette una buona educazione gesuita e rimase affascinato dalle fiere di strada e dai carnevali itineranti che fiorirono nonostante la repressione religiosa e l’ipocrisia di quei tempi crudeli. Da giovane si unì alla famiglia teatrale Bejart per fondare l’Illustre-Theatre, che presto fallì.

La compagnia si riformò, trovò il patrocinio e andò in tournée per tredici anni, esibendosi in tutta la Francia. Poquelin sviluppò la sua scenotecnica adattando le trame della Commedia dell’Arte. Sposò anche Madeline Bejart, la figlia vedova del fondatore della compagnia. In seguito, iniziò una relazione amorosa con la figlia di Madame Bejart, con sgomento di tutti. La troupe alla fine tornò a Parigi e, il 24 ottobre 1658, impressionò molto il ventenne re Luigi XIV, che in seguito sarebbe stato chiamato il Re Sole.

La vita di Molière si legò alla magnifica corte di Versailles e ai suoi intrighi. Ha scritto, messo in scena e recitato in commedie ormai famose in tutto il mondo. Combatté con i suoi nemici e i suoi amici, ebbe successo seguito da fallimento, organizzò feste di corte e si difese contro autorità religiose sempre più fanatiche. Soprattutto, il suo teatro è stato preso dalla vita come la sua vita era teatrale”.

Ricordiamo anche altre due pellicole: ‘Le avventure galanti del giovane Molière’, di Laurent Tirard, con Romain Duris, Fabrice Luchini e Laura Morante, presentato al Festival cinematografico internazionale di Mosca del 2007, e ‘Molière in bicicletta’, del 2013, di Philippe Le Guay, ancora con Fabrice Luchini, e poi Lambert Wilson e Maya Sansa, candidato nella sezione ‘World Cinema Now’ al Palm Springs International Film Festival del 2014.