Dal seme della pandemia le nuove visioni. È inevitabile che il discorso si diriga ora verso l’immaginario che oggi ci viene costruito intorno. Una fotografia focalizzata su stereotipi negativi, su una narrazione che sempre più scoraggia i pensieri positivi presentando come predominante ciò che di brutto c’è al mondo e dimenticando sempre di dire che c’è anche tanta bellezza. le nuove visioni, in realtà, erano partite ben prima. Molti anni or sono. Qualcuno aveva preparato il terreno.

Il seme della pandemia

Sono sempre di più le persone che stanno scegliendo di “cambiare vita”. Non partendo per terre sconosciute (non si potrebbe neanche fare ora) ma decidendo consapevolmente che la vita frenetica che questa società aveva imposto non fa più per loro. E la parola imposto è d’obbligo perché nella società che si è formata se non corri, non appari, non hai, non sei niente e nessuno.
Per fortuna (e qui in molti mi daranno di pazza) è arrivata la pandemia. Forse c’era un altro modo per far cambiare certe coscienze?  Molti sperano di “tornare a come era prima” e forse con il tempo così sarà ma intanto, altri, hanno fatto una scelta diversa. Sono in molti ormai quelli che hanno deciso di ritrovare la loro dimensione umana. Questo non vuol dire ritirarsi in una grotta a mangiar bacche ma utilizzare la tecnologia per lavorare ma ritrovare il contatto con la terra, capirla, salvaguardarla. Facendo in questo modo stanno ritrovando tutte le dimensioni dell’uomo. Hanno aperto una via per se stesi e per gli altri che si aggiungeranno.
Steiner sosteneva che l’unico modo per guarire da questa epoca era sviluppare la scienza dello spirito.  Ciascuno quindi individualmente dovrà coltivare la sua fede ( e per fede non intendiamo religione)e la sua scienza spirituale.A noi tutto questo mette di buonumore e dà gioia. Ecco allora perché vi segnaliamo alcune storie di chi ha deciso di cambiare. Sono solo alcuni esempi ma cercando ne troverete moltissimi.

Ritrovare il potere dell’immaginazione

Partiamo parlando di un libro quello di Rob Hopkins, “sognatore diplomato”. Ha fondato il “movimento della Transizione”. Nel suo libro “Immagina se…” parla  di un Rinascimento dell’Immaginazione. L’uomo ha perso la capacità di immaginare. La società odierna ci ha detto che “bisogna programmare” e che chi ha troppa immaginazione ha poca capacità di incidere sulla realtà. “Sono convinto  – dice Rob – che fra dieci anni ripenseremo a oggi come a un periodo in cui l’immaginazione è rinata e io non vedo l’ora».
«Credo che la sopravvivenza dell’essere umano – conclude Rob – dipenda da quello che faremo nei prossimi dieci anni, che a sua volta dipenderà dalla nostra capacità di immaginare.

Esempi di “sognatori da invidiare”

Dicevamo  nuove vie per immaginare una vita diversa. E’ il caso di Alice Pomiato una ragazza di Treviso che un giorno ha detto basta. Aveva un buon lavoro che le piaceva ma si è resa conto che mancava qualcosa. Ha lasciato tutto andando a viaggiare e lavorare in Australia, poi in Asia e poi tronare in Italia e decidere di andare a Lipari. Qui alterna smartworking, autoproduzione, lavoro agricolo mentre parla al mondo di sostenibilità.

Ci sono tanti “sognatori” che permetteranno di non perdere memorie storiche. È il caso del borgo medievale di Pianiano dove  gli 11 persone cercano di farlo rinascere  con musica, cultura e artigianato.

 

Nasce anche il desiderio di fare comunità. Porto Terra per esempio è un progetto comunitario di vita e lavoro in montagna In Sicilia. Nel Parco della Madonie il progetto portato avanti da tanti giovani si fonda  sui principi della permacultura e della transizione, sull’ospitalità e la valorizzazione dei prodotti del territorio.

Andiamo poi in Lunigiana sull’appennino tosco-emiliano. Qui si stanno ripopolando luoghi e riprendendo tradizioni.   In questa “terra della Luna” si è conclusa l’esperienza del Paese Liberato e ne è  iniziata un’altra. Marcello, Anthony,  Rachele, Carlotta,  Piero, Simone , Lapo…

Un  altro gruppo di persone  sempre in Toscana  sta cercando di recuperare un borgo medievale e di un castagneto di origine etrusca Le Filicaia.  Siamo a Travale Colline Metallifere fra la provincia di Siena e quella di Grosseto

Andiamo poi sul  parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga  dove Fabrizio Sulli da oltre dieci anni vive in una casetta nel bosco. Il bello è che “ non si può” e rischia di perdere tutto perché secondo leggi vecchie “commettete degli illeciti”. Per questo ha deciso di reagire chiedendo delle leggi che tutelino il ritorno alla natura e le comunità rurali italiane.

Ecovillaggi

E ancora, ecovillaggi. Sulla scia di quello creato  da Stephen Gaskin nel 1971 a Summertown in  Tennessee, oggi ancora esistente, è nata la rete Gen – Global ecovillagge network. Gen  riunisce tutti gli ecovillaggi del mondo di cui fa parte anche Rive, la rete delle comunità italiane.

Tra Perugia e Terni, c’è Utopiaggia, l’ecovillaggio più antico d’Italia. E ancora e ancora. Basta addentrarsi in questo mondo per scoprire scuole alternative, esperienze uniche al limite o vie di mezzo come l’Ecovillaggio Solare, tra Gubbio e Perugia strutturato come una vera e propria città verde.

Per concludere esplorando abbiamo capito che la voglia di cambiamento di oggi può avere una buona possibilità. Se prima alcune delle comunità non reggevano alla crescita oggi si è capito che “piccolo è bello” e si cresce insieme senza rigidità dogmatiche. Tanto alla fine chi si trova è perché vibra in sintonia.