Presentati oggi i dati sulle produzioni certificate sono contenuti nel XVIII Rapporto Ismea-Qualivita.
1.156 milioni di euro: è questo il valore economico prodotto in un anno dalle 89 Dop e Igp della Toscana. Un risultato che colloca la Toscana al quinto posto della classifica delle produzioni certificate italiane.
L’accurata fotografia annuale del settore (i dati si riferiscono al 2019) mostra come le denominazioni di origine abbiano mantenuto fino all’anno scorso un notevole trend di crescita che sicuramente ha consentito di attutire gli effetti negativi della pandemia.
Dati in crescita per Dop e Igp
Rispetto a un dato economico nazionale di 16,9 miliardi di euro (tanto è stato prodotto nel 2019 dalle 838 Dop e Igp), il contributo delle denominazioni di origine toscane è più che significativo. La Toscana con le sue 89 denominazioni di origine (solo il Veneto ne ha altrettante) ha un impatto produttivo che supera il miliardo e mezzo (1.560), pari al 6,9% del prodotto nazionale. Ed è un dato in crescita: +4,5% rispetto al 2018. La nostra regione è in pole position soprattutto grazie alla produzione vinicola. Le 58 Dop e Igp producono un valore di vino imbottigliato superiore al miliardo di euro (esattamente 1.004) con un +4% rispetto al 2018. Il dato numerico complessivo colloca la nostra regione al secondo posto dopo il Veneto.
In crescita sono anche le nostre produzioni food. 31 Dop e Igp che producono un valore economico di 152 milioni (+ 5,7% rispetto al 2018). In quest’ambito la Toscana è ai vertici in particolare per la produzione di olio e carni fresche.
Chissà come sarà il 2020
“I dati del rapporto Ismea-Qualivita – commenta l’assessora regionale all’agricoltura Stefania Saccardi – dimostrano la crescente solidità economica delle nostre produzioni agro-alimentari di qualità e la funzione di traino che possono svolgere per l’intero comparto agroalimentare soprattutto in funzione dell’export”.
“Siamo consapevoli che questi dati relativi al 2019, non potranno essere confermati per l’anno in corso per gli effetti della pandemia che ha imposto notevoli limitazioni soprattutto per gli scambi oltreconfine. Ma sono convinta che questo settore sia comunque stato in grado di difendersi da questa congiuntura, grazie al valore della produzioni, e alla capacità organizzativa dei consorzi di tutelare e sostenere collettivamente tutti i produttori associati. Nel momento in cui si potrà superare questa situazione di emergenza le nostre Dop e Igp torneranno a svolgere il loro ruolo di ambasciatori della qualità, della sostenibilità, della biodiversità, dell’identità dei nostri territori. Un ruolo che contribuisce a dare valore e sostanza all’immagine della Toscana nel mondo”.