Viaggiare “inseguendo” la cultura non vuol dire solo guardare i monumenti ma addentrarsi nei teatri italiani. Un’occasione di viaggio per viaggiatori speciali. Per la rubrica: Gustarviaggiando va a teatro il nostro Enrico Zoi è stato al Teatro Puccini di Firenze per lo spettacolo Una piccola Odissea, di e con Andrea Pennacchi.
prossime città da visitare “inseguendo” la Piccola Odissea di Andrea Pennacchi:
Parma: Auditorim Paganini – giovedì 5 dicembre 2024
Legnano: teatro Talisio Tirinnanzi – venerdì 6 dicembre 2024
Una piccola Odissea, di Andrea Pennacchi
«Sono venuto in possesso di una copia dell’Odissea abbastanza presto: quand’ero alle medie, mio padre gestiva lo stand libri alla festa dell’Unità del mio quartiere, mentre mia mamma regnava incontrastata sulle fumanti cucine. La pioggia aveva danneggiato una versione in prosa della Garzanti, e mio papà me la regalò”. Così scrive lo stesso Pennacchi, a presentazione del suo monologo con (ottima) musica dedicato, da par suo, al poema di Omero.
Inutile dire che, prima di tutto, gli abbiamo chiesto un approfondimento sulla mamma cuoca nelle cucine della festa di partito!
“Ma con grande piacere! – ha risposto l’artista -. Il nucleo essenziale e iniziale dello spettacolo è proprio basato sul fatto che, alla Festa dell’Unità di Padova, dove vivevo, mio padre si ostinava a tenere aperto lo stand dei libri, ma sapevamo tutti che l’80% delle persone veniva per la cucina, che era dominata incontestabilmente da mia madre e da altre donne. Ai maschi era lasciata solo la griglia. Questo gruppo femminile proponeva piatti tipici veneti come la trippa o gli gnocchi. Ci fu un momento di grande sperimentazione quando scoprirono le tagliatelle al cacao con i funghi. Roba da nouvelle cuisine! Ma poi si faceva moltissimo baccalà: casa mia diventava una specie di deposito di stoccafissi che venivano appesi e messi in bagno prima di essere cucinati in tutte le salse”.
Dalla Garzantina con l’Odissea di Omero, donatagli dal padre che gustava i piatti di sua moglie ma continuava imperterrito a promuovere la lettura, Pennacchi trae un monologo con accompagnamento musicale veramente di grande spessore ed emozione: parafrasando il titolo di un famoso spettacolo su William Shakespeare, l’artista offre al pubblico (al termine, entusiasta) una sorta di ‘Tutta l’Odissea in 90 minuti’.
E la bellezza è che non manca niente del poema omerico: c’è la storia, c’è l’umanità, l’allegria, la disperazione, la vita, la morte, la paura, l’orgoglio, il viaggio, il ritorno, il riconoscimento, la vendetta, la passione. C’è, forte e chiara, la poesia dell’Odissea… e c’è l’uomo del terzo millennio, il moderno che già preesiste nel passato e il tempo trascorso che rivive in quest’oggi tanto diverso da allora eppur così ugualmente fragile ed emozionante.
Che dire della prova d’attore?
Pennacchi non lo scopriamo certo noi: è tragico e simpatico, veneto e cittadino del mondo, allegro e straziante, altisonante e sussurrante. Praticamente perfetto.
E per finire, tornando all’eredità che il Dna della madre grande cuoca gli ha inevitabilmente trasmesso, lo abbiamo riportato ai nostri temi!
Qual è il tuo piatto preferito?
“Io sono un gran mangiatore: a me, come si vede, piace mangiare. Adesso, ovviamente, sempre meno come quantità, però amo ancora assaggiare un po’ di tutto, per cui non ho proprio un piatto preferito. Ne ho alcuni che mangio sempre volentieri, quello sì. Sono un grande fan dei risotti, proprio scatenato. Poi mi piace quello che da noi si chiama ancora pasticcio, ovvero le lasagne, ma sono anche per la semplicità. Ad esempio, quando vengo a Firenze, ovviamente mi mangio la bistecca alla fiorentina!”.
Con la bistecca, ci vuole il vino: qual è quello che ti piace di più?
“Sono un buon bicchiere. Anche qui, man mano che invecchio, diminuisce la quantità. Per il vino dipende dalla regione in cui mi trovo. Se sono in Veneto, ho i miei posti dove andare a chiedere il Merlot buono, di ‘quella’ cantina, dietro l’angolo, da quell’amico. Per il resto, il più delle volte mi fido dell’oste e devo dire che funziona. Gli osti non sono più quelli delle barzellette: magari te lo fanno pagare un po’ di più, ma ti danno sempre del vino di ottima qualità. Così non ho un vino… ‘voglio bere solo questo!’. Ultimamente ho una passione per il metodo classico per gli aperitivi perché, per ovvi motivi, ‘non ne posso più’ del prosecco, che però è buonissimo. È che ti puoi immaginare che noi il prosecco lo beviamo anche la mattina a colazione! Lo abbiamo piantato anche nelle rotonde ormai! Per questo, solo per questo, quando posso, bevo qualche altra cosa!”.
E poi parliamo del viaggio…
“Per lavoro sono un cavalcamontagne: sono sempre in giro. Però mi piace viaggiare, anche se non amo tanto farlo come turista, ma per andare a fare qualcosa. Ricordo con piacere il mio Erasmus di un anno a Edimburgo, dove poi ho fatto anche il turista, e il viaggio a Praga, dove ho studiato la lingua. Ricordo le camminate… alla fine vado cercando sempre le stesse cose: la birreria dietro l’angolo, magari con una buona zuppa!”.
ANDREA PENNACCHI – Una piccola Odissea. Di Andrea Pennacchi. Musiche dal vivo di Giorgio Gobbo, Gianluca Segato e Annamaria Moro. Produzione Teatro Boxer. Distribuzione Terry Chegia.