Avete mai assaggiato l’olio appena franto con macchinari di ultima generazione? Ecco un’esperienza da fare soprattutto se l’olio in questione è ottenuto da un’oliva piccola, rotonda, dolcissima: l’olivastra di Seggiano. Una varietà autoctona del Monte Amiata, prodotta da una pianta bella e imponente che necessita di impollinatori e distanziamento, che vive tra i 200 e i 700 metri fino a lambire il bosco tipico della montagna.

Vista dal borgo di Montegiovi

Tornare sull’Amiata è sempre un’esperienza energeticamente piena e Seggiano e Monte Giovi, dove ci siamo ritrovati, sono solo due delle piccole “perle di pietra” che emergono tra boschi e oliveti.  A Monte Giovi ci imbattiamo subito in una bella storia di cambiamento e recupero, quelle che andiamo sempre cercando in questa Italia in evoluzione. La vecchia scuola elementare del paese, grazie ad un progetto di recupero è diventata il punto di servizio della piccola comunità. Tania, Vincenzo e Damiano gestiscono il Miccio, il bar che funziona anche da alimentari quale unico esercizio in attività in paese. Accanto anche il ristorante con una cucina di sintesi tra le radici toscane su cui poggia l’edificio, quelle romane e quelle sarde dello chef.  (GUARDA IL VIDEO IN FONDO ALLA PAGINA!)

veduta di Seggiano il paese dell’Olio

Tra oliveti e nuove idee in un paesaggio rinascimentale

Tra oliveti e nuove idee il nostro percorso attraversa boschi di querce che si alternano agli appezzamenti dei grandi olivi centenari.  In questa vallata dal paesaggio rinascimentale che in realtà è andato formandosi come adesso lo vediamo dalla fine del 1700 in poi.Oggi  qui si sono insediate circa 1000 comunità che vengono da vari paesi del mondo che spesso forniscono la manodopera necessaria al mantenimento proprio di questo paesaggio. Ma non solo. Sono tanti infatti i progetti di recupero, le idee innovative che fanno capo a chi non è nato su questa montagna ma l’ha amata al primo sguardo.

Piante di Olivastra seggianese

A Seggiano gli oliveti vengono oggi “ripensati”, anche alla luce del cambiamento a cui la pandemia ci sta abituando.  Insieme all’uso produttivo, infatti, l’oliveto diventa anche spazio vitale e di comunità, dove esporre opere d’arte, allevare galline e passare il tempo libero. Questo grazie anche alla tipologia di allevamento della Olivastra di Seggiano che richiede ampio spazio tra una pianta e l’altra. Olivi secolari, che entrano tardi in produzione e che quindi non sono proprio “un investimento” per chi ha possibilità. Per questo bisogna amare questa  varietà.

L’accoglienza del Consorzio Seggiano Dop

Il Nostro incontro con il presidente e la Vice presidente del Consorzio di Tutela Olio Seggiano DOP nato nel 2002 ci mostra subito che qui le cose si fanno sul serio ma in “famiglia”. Luciano Gigliotti, il Presidente, la vice presidente Rossana Suh e il consigliere Samuele Pii ci accolgono con calore e semplicità.  Dalle loro parole traspare l’amore e il rispetto per questa cultivar amiatina e l’impegno che ognuno mette nel portare avanti il Consorzio. Il disciplinare stabilisce che  la menzione geografica “Seggiano” possa essere ottenuta solo con la qualità Olivastra seggianese con misura non inferiore all’85%. I Comuni interessati sono Arcidosso, Castel del Piano, castell’Azzara, Cinigliano, Roccalbegna, Santa Fiora, Seggiano, Semproniano.

olivastra seggianese

L’olio Extra Vergine Seggiano Dop  ha una bassa acidità e un’ottima percentuale di polifenoli che una raccolta precoce aiuta.  Il profumo è delicato ma l’olio è di estremo carattere ma mai aggressivo, dolce e invitante. Un olio “sano” per natura perché la pianta ha un ceppo resistente che le permette di  resistere  al freddo dell’inverno che la preserva dagli attacchi dei più comuni parassiti dell’olivo.  L’ho assaggiato appena franto e il profumo era fresco e fruttato. In bocca delicato al primo impatto con note erbacee a cui fa seguito la nota piccante, intrigante e generosa. Perfetto sul pane toscano, invito a provarlo su una fetta di torta al cioccolato fondente.

Olio appena franto

Lo scrigno dell’Italia Centrale, l’Amiata la montagna incantata, è un antico vulcano spento con un suolo fertile e paesaggi immutati nel tempo. Questo grazie anche all’attività dell’uomo e alla presenza di chi si prende  cura del territorio come i  Consorzi strade vicinali, enti che mantengono in salute la rete viaria minore basilare per la tenuta del territorio.  Gli appezzamenti sono piccoli, spesso sotto le 100 piante da qui la necessità di unirsi per tutelare una produzione di nicchia ma estremamente importante.

La piazzetta di Seggiano con l’olivo a coltura idroponica

Il Museo diffuso

Che sull’olio si sia fondata questa comunità è evidente esplorando il museo diffuso ideato dal Comune di Seggiano e dalla Fondazione Le Radici di Seggiano. Un percorso nato nel 2012 che attraversa il centro storico del borgo che comprende la suggestiva cisterna inglobata nelle cinta muraria con all’interno un olivo di circa 70 anni in coltura idroponica.

Nel buio della cisterna dal fondo acqueo, le radici di questa pianta assorbono il nutrimento per la sua vita. Vedere una pianta dalle radici fa sempre il suo effetto e il progetto  sotto l’attento controllo della Facoltà di Agraria di Firenze permetterà alla fine, attraverso l’applicazione di particolari sensori, di rendere visibili ai visitatori le attività elettriche della pianta. Un affascinante dialogo tra uomo e piante.

L’antico frantoio

La visita all’ottocentesco  frantoio ipogeo  è un’altra delle esperienze legate all’olio di Seggiano. La vecchia macina, il sistema di “riscaldamento” dell’acqua con un “boliler” fatto per l’occasione, i torchi per la pasta di olive, la “sala riservata” all’operazione segreta di divisione di acqua e olio, gli orci di stoccaggio.  Una vita difficile quella del tempo e un olio che non aveva certo le caratteristiche salutistiche delle produzioni odierne.

L’Olio extra v ergine di Oliva Seggiano DOP e l’esport

Italia è seconda al mondo per produzione ed esportazioni di olio d’oliva e prima per consumo pro-capite. Nonostante questo il consumatore è poco informato e questo porta ad una scelta che tende al basso.. Si sa che l’olio di oliva fa bene ma solo pochissime persone fanno una scelta in base alla cultivar e alla sue caratteristiche salutistiche. Viene usato in abbondanza  e spesso, purtroppo, con poca informazione. Al contrario ci sono paesi, come il Giappone, dove il prodotto dell’oliva è considerato un bene da centellinare, gustare, abbinare. Questo porta a comprendere anche un prezzo di vendita  più alto cosa che non accade in Italia. Un buon olio richiede la giusta cura dalla pianta, una raccolta attenta riversata velocemente al frantoio, macchinari di ultima generazione che ottimizzano le varie fasi della lavorazione  e una conservazione secondo moderni criteri.

lavorazioni di ultima generazione per l’olivastra seggianese

É bello vedere l’impegno che i soci dle Consorzio mettono per dare il meglio con il loro prodotto. Oggi di solo olio non si vive come invece accadeva un tempo – ci racconta il presidente- mia madre con poche piante riusciva a mandare avanti la famiglia, vendendo soprattutto a un commerciante umbro ma oggi non è più possibile.” Infatti le notti in bianco che i soci del Consorzio mettono in contro durante il periodo di frangitura sono sottratte alle loro attività  principali, quelle che ancora danno da vivere. Una riflessione che sarebbe da approfondire.

Oggi molte persone si avvicinano a questo territorio e chi non riesce più a gestire per età e per spese le sue piante di Olivastra spesso, con un atto d’amore, regala l’oliveta. Il Consorzio oggi si impegna in diverse iniziative atte a far comprendere la necessità di utilizzo di un olio salutare

Qui trovi la ricetta della torta e dopo il video per entrare nel mondo dell’olio di Seggiano!

Torta al cioccolato all’olio extra vergine di oliva

il cioccolato e l'olio extra vergine di oliva si sposano meravigliosamente in questa ricetta tutta da provare.

  • 250 grammi farina 0 biologica toscana
  • 230 grammi zucchero di canna
  • 2 uova
  • 120 ml olio extra vergine di oliva di Olivastra seggianese
  • 140 mi acqua
  • 3 cucchiai rum ( io ho usato del nocino per rimnere in Toscana)
  • 1 bustina lievito per dolci o 1 cucchiaino di bicarbonato e uno di aceto di vino bianco
  • 150 grammi polvere di cioccolato fondente
  1. prima di tutto montale le uova intere con lo zucchero

  2. aggiungete il rum, l'acqua, l'olio contianuando a mescolare

  3. aggiungete la farina, il cacao e il lievito

  4. mettete il composto che risulterà liquido nella tortiera unta e infarinata

  5. fate cuocere a 170 ° c forno statico preriscaldato per 45 minuti

  6. far freddare e servire con un filo di olio di Olivastra seggianese DOP

Torta al cioccolato con olio di Seggiano DOP