Il Chianti in estate. Il calore intenso smorzato dall’aria smossa dall’auto che procede a velocità di lenta crociera per non perdere nessun scorcio. Mi piace il vento che ti sposta i capelli e guardare la strada che mi scorre accanto. . Il paesaggio assolato scorre, una collina dopo l’altra, mentre viaggio verso il Chianti fiorentino. Un paese dopo l’altro, una località dopo l’altra: Castelfiorentino, Montespertoli, Poppiano, San Pancrazio, San Casciano. E ancora Certaldo e via via correndo verso Siena inseguendo le torri di san Gimignano abbracciando la Val d’Orcia e via ancora.
Girovagare, allungare rincorrendo torri e castelli e tornare su se stessi. Viaggiare è anche questo.

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Viaggiando in Chianti

Il Chianti sottopelle. Curva dopo curva, vorrei fermarmi per immortalare ogni rotondità della collina, il profilo di un paese in lontnaanza. Curva dopo curva, un nuovo profumo come quello intenso delle ginestre in qualche caso ancora in fiore. O forse sono i miei ricordi del Chianti che profumano di ginestra.
Non sento il caldo anzi aspiro pienamente, mi riempio gli occhi del verde scuro dei cipressi, di quello argenteo degli olivi o di quello brillante dei filari che, perfetti, pettinano le colline.

Il Chianti è sottopelle. Questa terra mi appartiene anzi io gli appartengo anche se non sono nata qui ma in città. Oltre i campanili mi sento fiorentina ma anche senese, pisana, aretina e via dicendo. Ogni paese mi sembra “mio”, conosciuto, vissuto e amato. Non saprei spiegare la sensazione che mi avvolge, sempre, quando percorro  queste strade che salgono e scendono, ora dolci ora più intense.

I ricordi si affollano, si popolano delle persone amate e al momento perdute, si riempiono di sapori, odori di cucine in attività, di pranzi sotto le pergole di ristoratori diventati amici. A Lucolena, per esempio, c’era il ristorante Borgo Antico di Stefano e Patrizia gestito da anni con smisurato amore per anni, tra il Brunello della casa e un piatto di fagioli zolfini.

Profili

Il cielo limpido senza una nuvola, il grano tagliato e i grappoli che si riempiono di succo prezioso, le fronde degli olivi cariche di frutti. In mezzo alle colline le strade bianche che le attraversano, “vie maestre” verso case coloniche che un tempo accoglievano il sudore dei contadini a fine giornata e oggi si “atteggiano” a ville con piscina.

L’energia della tradizione

Il lavoro dell’uomo ha lasciato tracce profonde sul territorio e non solo. Si “aggirano” nell’aria echi di battaglie, di pensieri operosi o profondi. Viaggiando si presentano alla mente Niccolò Machiavelli nel suo ritiro di san Casciano, a Montefiorale mi balza davanti Giovanni da Verrazzano, a Certaldo è il Boccaccio intento a scrivere sullo sfondo di un cortile ombroso. Colline, viti, olivi, cipressi e boschi. E ancora colline, viti, olivi, cipressi e boschi. Vino, formaggi, salumi e pane “sciocco”. Queste le basi.

Il suono è quello delle cicale

La storia della cicala e della formica non mi è mai piacuta. Si sarà mai goduta l’operosa formichina ilbendidìo che questa terra mostra? la cicala è il suono dell’estate piena, calda, corposa, di mani che si rinfrescano ad una fonte, di frutta calda e succosa che dialoga con l’acqua del nostro corpo.
Un cane anniato abbaia al nostro passaggio lento, gli sguardi di uomini seduti oziosi davanti ad un bar dal sapore di altri tempi ci seguono incuriositi.

In questo articolo non ho voluto dirvi dove andare, cosa fare, o i “10 posti più belli da visitare”. Non posso. La Toscana e il suo Chianti sono un viaggio senza meta da affrontare con lentezza e apertura di cuore, con gli occhi sull’oggi senza dimenticare ieri. Con le “orecchie” della fantasia pronte a sentire le voci trasportata dal vento.

PROVATO PER VOI: