È la “cirasce”  cioè la ciliegia in dialetto abruzzese o la cirasa siciliana a dare nome al fruttato cerasuolo? Il nome parrebbe derivare dal latino tardo cerasium, cioè “ciliegia” e comunque sia il colore è quello del dolce frutto.

Un vino olfattivamente ampio dove il frutto rosso entra sempre insieme a prugne, mele, pesche…

Cerasuolo d’Abruzzo

Il Cerasuolo d’Abruzzo, ottenuto da uve Montepulciano vinificate in bianco, solo nel 2010 è stato riconosciuto come Doc.

Nel disciplinare si legge che  le uve destinate alla produzione dei vini a Denominazione di Origine Controllata “Cerasuolo d’Abruzzo” devono essere ottenute unicamente da vigneti situati su terreni vocati alla qualità, ubicati in zone collinari la cui altitudine non sia superiore ai 500 metri s.l.m. ed eccezionalmente ai 600 metri per quelli esposti a mezzogiorno. Sono da escludere i terreni non sufficientemente soleggiati e quelli siti nei fondovalle umidi.

La zona di produzione dei vini “Cerasuolo d’Abruzzo” comprende i terreni vocati alla qualità ditutto o parte dei territori di determinati comuni in provincia di Chieti, Pescara, Aquila e Teramo.

La vinificazione in bianco

Le uve possono essere vinificate in bianco ovvero in presenza della buccia per un limitato periodo di fermentazione, per ottenere il caratteristico colore rosa ciliegia. Il vino “Cerasuolo d’Abruzzo” superiore, può essere elevato anche in recipienti di legno.

Interessante notare che è consentito l’arricchimento dei prodotti a monte del vino “Cerasuolo d’Abruzzo” con mosti concentrati ottenuti da uve dei vigneti iscritti nello schedario della stessa denominazione d’origine controllata oppure con mosto concentrato rettificato oppure per autoconcentrazione, nel rispetto della normativa nazionale e comunitaria in materia. Per il vino a denominazione di origine controllata, invece, “Cerasuolo d’Abruzzo” superiore non è consentito l’arricchimento.

Il Cerasuolo d’Abruzzo DOC può essere messo  sul mercato dal  1° gennaio dell’anno successivo a quello di produzione delle uve. Per quanto riguarda il “Cerasuolo d’Abruzzo” superiore la data fissata è il 1° marzo. Ecco alcuni consigli

Ma quali sono le caratteristiche che deve avere il Cerasuolo  d’Abruzzo?

“Cerasuolo d’Abruzzo” deve aver un colore rosa ciliegia più o meno carico che è la sua caratteristica.  Il profumo deve essere finemente vinoso, fruttato, fine e intenso. In bocca si deve presentare secco, morbido e armonico delicato con retrogusto gradevolmente mandorlato. Il titolo alcolometrico volumico totale minimo deve essere di  12,00% vol e l’acidità totale minima pari a 4,5 g/l.

Il “Cerasuolo d’Abruzzo” superiore si differenzia per sentori olfattivi più intensi e speziati e un maggior titolo alcolometrico volumico totale minimo pari a  12,50% vol.

frazione di Vittoria nel libero consorzio comunale di Ragusa – Foto Roberta Capanni

Cerasuolo di Vittoria

Per parlare del Cerasuolo di Vittoria si deve parlare della città di Vittoria. Fu fondata nel  1606, per volontà della  nobildonna Vittoria Colonna Henriquez, contessa di Modica. Fece arrivare nelle sue terre dei coloni (pare carcerati) e ai  primi 75 coloni regalò  un ettaro di terreno a condizione che ne coltivassero un altro a vigneto.

Un modo per valorizzare il suolo e sfruttare la sua naturale fertilità.  Fu l’inizio di una nuova era di coltivazioni e i campi di grano in breve tempo divennero vitati.  Il fiorentino Domenico Sestini trasferitosi a Catania come bibliotecario al servizio del principe di Biscari, tenne una lezione nel 1812 all’Accademia dei Georgofili sui vini del territorio di Vittoria. Dette così  una importante testimonianza della vitivinicoltura di questa zona della Sicilia. Ne elogiò  i vini e mostrò i vitigni, il sistema di impianto e di coltivazione, la fertilità dei terreni, le modalità di vendemmia e vinificazione.

Cerasuolo di Vittoria e Cerasuolo di Vittoria “Classico”

Nel 2005 il Cerasuolo di Vittoria e Cerasuolo di Vittoria “Classico”hanno ottenuto il loro giusto riconoscimento. Tre province dove si trovano le zone di produzione: Ragusa, Caltanissetta e Catania.

Dal 50% al 70% di Nero d’Avola e dal 30% al 50% di Frappato sono le percentuali fissate per la produzione Il Cerasuolo di Vittoria e Cerasuolo di Vittoria “Classico”. I vigneti hanno diritto alla D.O.C.G. solo a partire dal terzo anno di produzione e sono vietate pratiche di “forzatura”.

Per quanto riguarda le operazioni di vinificazione e imbottigliamento, devono essere effettuate nell’intero territorio della zona di produzione delimitata. Seguendo la tradizione queste operazioni possono essere effettuate nell’intero territorio della provincia di Ragusa e negli interi territori amministrativi dei Comuni di Niscemi, Gela, Riesi, Butera e Mazzarino in provincia di Caltanissetta. Nella provincia di Catania possono essere fatte   a Caltagirone, Licodia Eubea e Mazzarrone.

Caratteristiche  del Cerasuolo di Vittoria

Le caratteristiche a cui devono corrispondere i vini a denominazione di origine controllata e garantita «Cerasuolo di Vittoria» diverse dal cerasuolo d’Abruzzo ovviamente.
Il colore è più intenso dal rosso ciliegia al violaceo, l’ odore dal floreale a fruttato; il sapore deve essere  secco, pieno, morbido, armonico. Il titolo alcolometrico volumico totale minimo 13,00% vol con acidità totale minima 5,0 g/l;

Il «Cerasuolo di Vittoria Classico» ha, invece, un colore più intenso, una “ciliegia” più forte tendente al granato. L’odore tipico di  di ciliegia, che nei vini invecchiati acquista sovente  note sensoriali di prugna secca, cuoio, cioccolato, tabacco. In bocca il Cerasuolo di Vittoria Classico è secco, pieno, morbido, armonico.
!5 grado la temperatura di servizio consigliata per avere qualche grado in più nel bicchiere.

Se volete fare unh giro in zona ecco Le strade del Vino del Cerasuolo di Vittoria