La logica della GDO (cioè la Grande Distribuzione), la teoria del tempo perso e coscienza alimentare vanno di pari passo. In questi giorni, come sempre, tra orto bioattivo, convegni, pranzi vegetariani, chef vegani, produttori e allevatori dal cuore grande mi son domandata, ancora una volta, come mai la gente va al supermercato. E soprattutto perché spreca così tanto. Il “supermercato” per me è il simbolo per eccellenza della nostra società, dello spreco.

Si entra in un supermercato per fare la spesa e se ne esce con tanto di più del necessario. Cibo che poi verrà buttato in buona percentuale. Non sappiamo più acquistare e non sappiamo più cucinare senza spreco. Facciamo le diete per “mantenerci in forma” ma non ci preoccupiamo di quanti nutrienti “reali” ci sono in ciò che mangiamo. E soprattutto non ci preoccupiamo dei produttori e di chi lavora con loro. Ma quando ci siamo persi?
In questi giorni mi ha colpito un’offerta pubblicitaria che passa su canali televisivi nazionali di un olio extra vergine di oliva sotto i tre euro. Possibile che la gente ancora non abbia capito? Siamo disposti a spendere parecchio per una bottiglia di vino che finirà in una serata e non siamo disposti a spendere per un prodotto che può aiutarci a mantenere la buona salute?

La logica della GDO
La GDO e la sua logica. La domanda iniziale era: perché non ci sembra di aver fatto la spesa se non entriamo in un supermercato? La risposta (presunta) al quesito è: si risparmia tempo e si spende meno. Ma sarà vero? Sempre di più mi capita di guardare la gente che gira per i supermercati con carrelli della spesa. Quasi spaesata con quei grandi cesti con ruote pieni di cose che sappiamo tutti che non sono il cibo ideale di cui una buona parte andrà sprecata. Noi riempiamo quei “grandi cesti” di cose non utili mentre oltre la metà della gente del pianeta muore di fame. Lo sappiamo tutti ma continuiamo a comportarci allo stesso modo.

Junk food e coscienza alimentare
Tutti ci comportiamo allo stesso modo e quando dico tutti intendo piccoli e grandi. I grandi che non riescono ad allontanarsi dalle proprie abitudini, i “piccoli” che si riempiono la pancia con junk food mentre “rincuorano” l’anima con altra roba malsana.

Il problema è che la logica della Grande Distribuzione l’abbiamo dentro di noi. Ormai è un’abitudine e crediamo che questa abitudine ci “semplicifichi” la vita. Se solo ci fermassimo a pensare, se solo ci “guardassimo” dall’esterno vedremo che non è così.
Perché dai la merendina al bambino se sai che ciò che contiene non lo aiuterà a crescere sano? Perché acquisti l’insalata in busta? Perché cerchi un prodotto che già di natura potrebbe essere quasi “un farmaco” come l’olio extravergine di oliva al prezzo più basso possibile ben sapendo che non è possibile avere buona qualità a quel prezzo?
Cibo, ambiente e salute sono una sola cosa
Le domande che mi vengono in mente sono tante perché parlando con le persone mi accorgo che tutte sanno ma nessuno cambia le proprie abitudini. E ben sapendo che cibo, ambiente e salute sono una sola cosa continuano ad acquistare prodotti coltivati su terreni dilavati e quindi che necessitano di aiuti chimici. Oppure si mettono su un organo importante come la pelle creme, bagnoschiuma, deodoranti direttamente senza neanche porsi una sola domanda. Domanda semplice: cosa ci sarà dentro? Il mio corpo cosa assimilerà? Cambierà qualcosa in me con queste sostanze?

Ci fidiamo
Il fatto è che si fidano. Li acquistano tutti, non faranno certo male, ci diciamo! E allora via al detersivo che fa schiuma morbida e “dice” di pulire meglio, via a quello blu che sbianca ma con tensiotttivi vegetali!
Le “paroline” magiche
Basta una parola “rassicurante” e scatta la fiducia. Vegetale, bio, natura, naturale, ecologico. “Basta la parola”. E poi, diciamolo, quei prodotti messi lì in bella mostra, colorati, profumati ci danno “sicurezza”. Ci fanno sentire appagati, collolati… ed entrano nel carrello della spesa.
Eppure comprare bene farebbe vivere meglio tutti. Un sistema che non toglierebbe profitti alla Grande Distribuzione che forse si ridimensionerebbe e smetterebbe di consumare suolo per costruire mega strutture di vendita. C’ è tanto da recuperare, da restaurare.

Creazione continua di bisogni che non abbiamo
Parlando con la gente capisci che non percepisce tutto questo come “il problema”. In realtà il problema vero è la creazione continua di bisogni che non abbiamo. Non sarà certo il nuovo vestito da poco comprato che inquinerà il mondo o il petto di pollo bianco latte comprato al supermercato a rovinare il pianeta e noi con lui. Abbiamo una visione molto ristretta e non riusciamo più ad allargare la mente. Capita anche ai più “puristi”. Casomai ci offendiamo parlando di “Greta” ma chiuso FB prendiamo il macchinone e andiamo al supermercato e buttiamo la cicca per terra prima di entrarci.
Il tempo e i bisogni reali
Il tempo… il tiranno che oggi ci stritola. A ben guardare oggi il tempo manca anche perché abbiamo più “ bisogni”. Chi crea questi bisogni? Sono tutti reali o la società ci impone di averne sempre di più? Direte: “I soldi non bastano mai”! Vero ma quei soldi ci servono davvero a soddisfare bisogni reali? La logica della GDO si insinua in tutto questo.
Tornando alle domande iniziali: cosa ci impedisce di fare acquisti che mirino ai bisogni reali e puntino a mantenere sano il nostro organismo? Cosa ci impedisce di cercare verdure ben coltivare ed eventualmente se proprio non abbiamo tempo ce le facciamo portare? Basta fare due conti per capire che in quella che sembra una piccola spesa in più è nascosto un risparmio enorme. Risparmi tempo, risparmi benzina, risparmi stress, acquisti in salute e quindi risparmi nei medicinali e soprattutto riacquisti il gusto dei sapori.

Non riconosciamo più i veri sapori
Un altro problema è la mancanza di gusto del cibo che acquistiamo. Basta assaggiare un’insalata dell’orto coltivata senza nessuna aggiunta chimica per rendersene conto. Fresca, croccante, vitale. Basta avere il palato appena appena allenato. E ritrovare prodotti e sapori che potevamo perdere per sempre (LEGGI il nostro articolo di esempio sull’aglione della Valdichiana)
Ovviamente non sto dicendo che il supermercato non è comodo ma che forse anche dentro un supermercato bisogna saper acquistare . Dico che forse ci saranno differenze tra supermercato e supermercato. E dico che almeno una parte di prodotti potremmo acquistarla direttamente da chi la produce facendo un favore ad aziende spesso “strozzate “proprio dalla grande distribuzione.
Le aste online al maggior ribasso vi dicono niente?
Le aste on line rovinano i produttori ma la colpa è di chi acquista al supermercato senza pensare
Le aste on line a cui si affidano le grandi catene distributive rovinano i produttori. Aste a doppio ribasso che va sotto il c osto di produzione degli agricoltori. Questa vendita sottocosto fa sì che per ogni euro di spesa in prodottii agroalimentari freschi solo 22 i centesimi che arrivino al produttore agricolo. Ma il valore, secondo fonte ISMEA, può arrivare a 2 centesimi nel caso di prodotti trasformati. Questo fa ben capire che per ottenere prodotti di qualità è necessario che i consumatori non acquistino prodotti al più basso costo ma prodotti che siano in lnea con i prezzi correnti. Insomma se cercate il prodotto meno caro sappiate che un agricoltore a causa vostra dovrà chiudere a breve la sua azienda. Questa è la logica della GDO.
Potrei continuare per ore a chiedermi perché dilaviamo i terreni usando tecniche colturali che poi ci costringono ad aggiungere al terreno ciò che manca. Potrei continuare per ore a chiedermi perché siamo diventati schiavi del tempo. Potrei continuare per ore a chiedermi perché la maggior parte della gente cerca il “petto di pollo bianco che più bianco non si può” pur sapendo come vengono allevati gli animali e cosa c’è in quella carne. Potrei continuare per ore a chiedermi come si fa a non sentire il sapore strano di un’insalata imbustata. Potrei continuare per ore a farmi domande…
Ma ora smetto di farmi domande… Vado nei campi a far tarassaco.
Io non posso salvare il mondo ma tutti insieme sì. Un moto espansivo accelerato potrebbe far cambiare molte cose e soprattutto molte menti. Andare contro la logica della GDO non vuol dire non andare a far acquisti al supermercato ma pensare prima di decire cosa comprare.