Viareggio e la Versilia. Una costa morbida nella provincia di Lucca quella della Versilia di cui Viareggio non farebbe parte. Per convenzione ormai tutta la zona comprese Torre del Lago e la conca di Camaiore sono intese come Versilia. Per un toscano andare in Versilia quindi non è solo andare a Forte dei Marmi o più nell’interno a Seravezza o Stazzema ma godere delle bellezze e delle bontà di tutta la costa. Bontà che vanno ben oltre la trabaccolara citata nel titolo.

canale del Porto di Viareggio – foto di Nicola Bresciani

Breve storia di Viareggio

Nei gloriosi anni ’60 la Versilia era la meta ammirata e agognata di molti italiani. Ma Viareggio e i suoi 10 chilometri di spiaggia lunghissima lo erano ancora prima, già dai primi anni del ‘900.
Una città nata su un territorio insalubre almeno fino al 1700, sbocco sul mare della indipendente Lucca. Assurse al rango di città nel 1820 per decreto della duchessa di Maria Luisa di Borbone. Lo stemma  con un’ancora con tanto di gomena e uno scudo  bianco, rosso e verde fu adottato nel 1948.

Una Repubblica durata tre giorni

La perla del mare, così chiamata, è sempre stata una terra di grandi spiriti propensi all’anarchia. Fu così che durante una partita di calcio contro i mai amati lucchesi, ci scappò il morto. La successiva ribellione portò alla nascita di una breve Repubblica!

Viareggio Villa Borbone

Viareggio tutto l’anno è Carnevale

Sede di grandi cantieri navali che costruiscono tra le più belle barche del mondo, la città oggi è  conosciuta non solo per la sua spiaggia ma anche per il suo Carnevale. Era il 24 febbraio 1873 quando carri addobbati passarono per la centrale via Regia dando il via a quello che sarebbe diventato il Carnevale più famoso e frequentato d’Italia.  Pesantemente colpita nelle strutture più storiche dai bombardamenti alleati, Viareggio nel 1946 riprese il suo Carnevale dando vita ad una tradizione della cartapesta che dura ancora oggi. La cartapesta e la costruzione dei carri impiega molte persone.

Viareggio carro Carnevale particolare foto di Alessandro Perini

Burlamacco e Ondina

Viareggio va oltre la trabaccolara perchè Viareggio è il carnevale. Il simbolo del Carnevale di Viareggio è Burlamacco che suona vicino al boccaccesco Buffalmacco (anche se le ipotesi sull’origine del nome son tante). Fu creato e dotato di una compagna, Ondina, dal pittore futurista e grafico viareggino Umberto Bonetti.  

Tra scrittori, sculturi, pittori e ristoratori

Viareggio è stata una città amata da molti artisti. Nel 1929 fu fondato il Premio Letterario Viareggio Repaci segno di grande fermento culturale e politico della città.

“Volevamo, noi che lo fondammo, creare un premio che avesse un respiro più ampio del Bagutta, nato qualche mese prima nell’osteria del Pepori a Milano, e circoscritto ad una vita di cenacolo. Volevamo (…) farlo circolare assai più del Bagutta nella società letteraria italiana, e costituire intorno ad esso, con la prudenza richiesta dalla situazione, una possibilità di incontro e riconoscimento di tutte quelle forze, di quelle testimonianze, che meno avessero subito la pressione ideologica della dittatura(…).Leonida Rèpaci

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Mangiare a Viareggio

Viareggio oltre la trabaccolara perchè la città ha una tradizione di ricette di mare e di grandi ristoratori. Negli anni ’80, il secondo boom italiano, andare a Viareggio a mangiare era come andare al Forte (dei Marmi). Grandi nomi come Romano (con oltre 50 anni di attività)grande cucina, eleganza di arredi e ricette diventate un must. (LEGGETE LA STORIA DELLA TRABACCOLARA E LA RICETTA).
Ancora oggi la città offre una ristorazione di altissimo livello (ristorante Il Piccolo Principe dall’alto del Grand Hotel Principe di Piemonte con vista sulla costa) per esempio, 2 stelle Michelin. Ottima e ampia la scelta di ristoranti e trattorie dove si può mangiare davvero bene a prezzi in linea con la qualità offerta. Interessanti negli ultimi anni anche le proposte estive di alcuni stabilimenti balneari come la proposta di Zaramare. ( LEGGI LA NOSTRA RECENSIONE)