Che cosa è il lusso? Viene naturale chiederselo al Grand hotel Fasano. È solo un insieme di cose belle e costose o qualcosa di più profondo? Lusso dal latino luxus  «sovrabbondanza, eccesso nel modo di vivere; questa la definizione dei vocabolari. Una visione “ristretta” che non corrisponde alla nostra idea filosofica di “percezione” del lusso.  Il lusso è “uno stato dell’anima”. È la capacità di trarre godimento dalla vista di  forme armoniche ma anche percezione sottile ed acuta, una ricchezza inestinguibile di scambi con le altre anime che popolano l’universo.

 Abbiamo voluto spiegare il nostro concetto di “lusso” prima di raccontare della nostra esperienza al Grand Hotel Fasano a Gardone Riviera sul lago di Garda. Era necessario perché di hotel di categoria altissima al mondo ce ne sono molti.

Cos’è che rende il Grand hotel Fasano di Gardone Riviera così speciale?

La domanda nasce spontanea. Cos’è che rende speciale il Grand Hotel Fasano? L’atmosfera generale. All’arrivo ci si lascia alle spalle la strada e si entra in un parco accogliente ricco di fiori e piante anche rare. Il Lago di Garda, con il suo fascino quasi marino, è lì a pochi passi.
L’edificio è imponente e fin dal primo sguardo ti invoglia a saperne di più sulla sua storia.
Poi, ti accoglie.

Accoglienza “materna” al Grand hotel Fasano

Sì, l’entrata del Grand Hotel Fasano è accogliente anzi avvolgente. Non ci sono scale da salire ma da scendere, un invito ad entrare in un ventre protettivo, dove sai che si prenderanno cura di te. Chi ti apre la porta ha un sorriso sereno sulle labbra e dandoti il benvenuto ti introduce all’interno. E subito avete la sensazione di essere accolti in un ambiente di “lusso familiare”.

Grand Hotel Fasano tra storia e attualità.

Non una hall anonima ed enorme ma un bel salotto e, a lato, il concierge di turno ci accoglie con un elegante sorriso dandoci le indicazioni utili alla nostra sistemazione. Da qui in poi il Grand Hotel Fasano è ancora tutta una piacevole sorpresa. In camera troviamo una bella composizione di frutta fresca, una bottiglia ghiacciata e il sole che splende riflettendosi sulle acque del lago.

Il relax

La prima tappa è la SPA. Anche qui la sensazione è quella dell’accoglienza in un  guscio protettivo. Le abili mani di Nicoletta si prendono cura dei miei piedi per poi sciogliere con abilità tutte le tensioni giornaliere a cui sono sottoposti collo e schiena dal mio lavoro di giornalista. Nell’aria profumi delicati e musica rilassante perfettamente in sintonia con i miei gusti.

La Spa del Grand Hotel Fasano acqua azzurra e sfondi chiari, profumi e silenzio.. Lo spazio interno che si apre su quello esterno, gioco di luci e ombre che accompagna la giornata

La storia del Grand Hotel Fasano

Il Grand Hotel Fasano ha una storia che inizia nel 1888. Una vocazione alberghiera fin dalla sua costruzione, pensato per accogliere le nobili famiglie austriache e tedesche.  Su questo lago dal clima mite cercavano e trovavano il calore dell’Italia mediterranea e servizi all’avanguardia. Riscaldamento e acqua calda in quasi tutte le camere non erano cosa comune.
Tanti gli ospiti illustri che hanno soggiornato all’Hotel Fasano: uno su tutti Gabriele D’Annunzio. E proprio a pochi metri sopra l’hotel il poeta costruì il suo Vittoriale, oggi meta di migliaia di turisti.

L’evoluzione di un Patrimonio Nazionale

Nel tempo Il Grand Hotel Fasano è stato ampliato e reso ancora più accogliente. Nel ‘900  la storia è entrata di prepotenza all’interno dell’edificio. Bottino di guerra nella guerra del 15-18,  fu gestito dall’Opera Nazionale Combattenti. Nella Seconda Guerra Mondiale fu prima requisito, diventando ospedale militare italiano, poi passò ai tedeschi diventando ospedale di guerra per poi passare nelle mani dell’Armata Americana e infine degli Inglesi. Segni profondi di saccheggi ferirono la struttura che però alla vigilia degli anni ’50 era già attiva e tornata alla sua primaria funzione di accoglienza di lusso. Negli anni ’50 del ‘900 personaggi come Shirley Temple, Marcello Mastroianni, Federico Fellini e tanti altri hanno goduto dei servizi esclusivi di questo tempio del lusso.  Ampliato nel 1962, nel 1989 l’edificio è stato dichiarato Patrimonio Nazionale dal Ministero dei Beni Culturali.

le vecchie immagini. Il passato e il presente che dialogano.

Il lusso dicevamo all’inizio di questo articolo è uno stato di grazia di cui bisogna saper godere. La percezione del lusso non è qualcosa di statico ma cambia nel tempo. Non è facile rimanere ancorati al passato e nello stesso tempo vivere davvero il  presente ma al Grand Hotel Fasano l’attuale proprietà ci riesce. La famiglia Mayr è proprietaria dell’hotel da quattro generazioni ed è la chiave di quello che abbiamo definito “lusso familiare”.

Proprietà illuminata

Abbiamo ascoltato Oliver Mayr che insieme al fratello gestisce il Grand Hotel Fasano. Quasi ritroso alle interviste, il signor Mayr ha più volte ribadito che l’oggetto delle nostre attenzioni dovevano essere i suoi dipendenti. “Perché loro sono il volto che i clienti vedono e a cui si affidano”. Una proprietà “illuminata” quella dei Mayr dove niente è lasciato al caso soprattutto il rapporto con i 100 dipendenti che gravitano nelle strutture dell’hotel.

Una delle eleganti camere.

Il personale è motivato non solo dal punto di vista economico: “per coltivare un vero team bisogna condividere i risultati e soprattutto il percorso che si sta facendo –racconta Oliver Mayr –  tante cose che vedete in hotel non vengono necessariamente da me o da mio fratello. Vengono da loro che sono partecipi nel creare gli standard aziendali, nel creare innovazione.”
I dipendenti hanno potere di spesa e sono autonomi nella gestione del loro reparto e questo fa sì che si sentano parte integrante del progetto.

Villa Principe il casino di caccia del primo nucleo della villa. Si trova nel parco di 12.000 ettari del Grand Hotel Fasano .

Il lusso del continuo cambiamento

Questo è un luogo dove niente è statico. “È questa la parte più entusiasmante” confessa Mayer – considerare il proprio lavoro come una cosa finita e quindi senza obiettivi è l’errore più grande che un imprenditore possa fare. Noi abbiamo obiettivi fissati per i prossimi cinque anni! Non rischiamo di annoiarci”. I Mayr si occupano personalmente dei cambiamenti che, anno dopo anno, rinnovano gli spazi. Non il disegno, spesso  “impersonale”, di uno studio di architettura ma il “sentire” di chi vive tra queste mura ogni giorno.

Una clientela internazionale

La clientela del GHF è oggi internazionale anche se da circa 10 anni si fanno investimenti anche sul mercato italiano. Specialmente per il fuori stagione dove ci si sposta volentieri sul lago per un breve fine settimana. La clientela internazionale è arrivata quasi all’improvviso. Il merito è dell’evento di Christo sul Lago d’Iseo che ha puntato i riflettori a livello mondiale sulla zona italiana dei laghi.

Oliver Mayr quando parla dell’hotel lo chiama “la nostra casa” e questo spiega molte cose. Una “casa” che oggi è entrata a far parte della catena The Leading Hotels of the word, catena di 420 alberghi sparsi per il mondo, di cui 60 in Italia, che rappresentano il top del settore.

Un aperitivo ghiacciato goduto guardano il lago in una calda serata di fine giugno. Appetitosi stuzzichini e la brezza rinfrescante.

Aperitivo vista lago

Per finire la nostra giornata ci godiamo un aperitivo nel bar esterno gestito da Rama Redzepi, barman giovane e ricco di talento con cui abbiamo fatto una bella chiacchierata parlando di mixology e bere consapevole. Un incontro che vogliamo raccontarvi nei particolari e a cui dedicheremo il nostro prossimo articolo.

Spaghetto integrale a temperatura ambiente in infusione di aglio, olio
e prezzemolo piccante con agone di lago essiccato e caviale Arenka

Finale di serata nel ristorante il Fagiano, l’espressione gourmet delle quattro proposte dedicate alla ristorazione del Grand Hotel Fasano. Regno dello chef Matteo Felter che qui da il meglio di se, assistito da una grande squadra di professionisti sia in cucina che in sala. Ma anche per raccontarvi questa esperienza ci prenderemo lo spazio necessario per parlarvi del libro della carta dei vini, del maitre Nicola Filippello e di tutto ciò che anche in questo spazio parla di “lusso familiare” .

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