Quando la Gran Locanda Minerva aprì i battenti su piazza Santa Maria Novella era il 5 ottobre 1869. Firenze era ancora Capitale del neonato Regno D’Italia e le attività fervevano.

Nel Medioevo al posto del Minerva c’era un edificio di proprietà della Compagnia dell’Arcangelo Gabriele che fu ceduto all’ istituto assistenziale detto Spedale della Scala.

La mecca degli stranieri

Acquistato e “vissuto” da diverse famiglie fiorentine, il palazzo portava in se una stratificazione secolare. Quando entrò in funzione la nuova stazione fiorentina chiamata Maria Antonia, che collegava la città con Pistoia e Lucca, Firenze iniziò ad aver bisogno di maggiori e nuove strutture ricettive. Firenze allora era meta di molti stranieri e in quel tempo la piazza prese il nome di “Mecca degli stranieri”.

I  150 anni dell'Hotel "Minerva"
Piazza Santa Maria Novella dove si trova l’Hotel MInerva

150 anni dell’Hotel “Minerva”

Partono da questo contesto storico importante i festeggiamenti per i 150 anni del Grand Hotel Minerva. Diventato nel tempo simbolo dell’eccellenza alberghiera, nel 1958 la Locanda diventata Grand Hotel Minerva, affronta una necessaria, importante ristrutturazione. Affidata all’architetto Edoardo Detti e al Maestro Carlo Scarpa l’edificio viene “smontato” pezzo per pezzo. Il recupero delle strutture più antiche si collega alle nuove necessità di accoglienza. L’Impronta di Scarpa si respira in tutto l’edificio e l’arte rimane il punto focale del Grand Hotel Minerva.

1869 milk punch sullo sfondo della facciata della chiesa di Santa Maria Novella

L’oblio e la rinascita

Gli anni’80 del ‘900 trovano il Grand Hotel un prodotto ormai fuori dal tempo e troppo vissuto. Acquistato nel 1995 da una famiglia fiorentina subisce un primo importante restyling dell’arredamento. Il nuovo corso, che lo porta verso i suoi 150 anni, avviene nel 2016. Una nuova decisa ristrutturazione per adeguarlo ai rinnovati standard di comfort internazionali con un progetto curato dall’Architetto Piera Tempesti Benelli. I 150 anni dell’Hotel “Minerva” sono, quindi, una data da festeggiare.

Armonizzare sette secoli

Il suo compito era armonizzare quei sette secoli di storia, valorizzando ogni opera d’arte contenuta, esaltando il passato glorioso con un presente luminoso. Ribaltata la distribuzione degli spazi per regalare funzionalità e luce sfruttando al massimo l’incommensurabile bellezza di Piazza Santa Maria Novella.
97 le camere con 25 tra junior suite e suite, due bar, piscina riscaldata con vista a 360° su Firenze. Il ristorante, “La buona Novella” è invece al piano terra con apertura sulla piazza e aperto anche a clientela esterna nella stagione estiva.

Arte come leitmotiv

Che l’Arte sia il leitmotiv del Grand Hotel Minerva è chiaro. Nelle stanze pezzi originali di artisti che hanno prodotto opere in loco, altri scelti con cura, altri ancora donati. Correnti artistiche e periodi diversi si intrecciano e ogni pezzo racconta una storia, propria e del Grand Hotel Minerva.

Il ristorante “La buona Novella” in estate permette di godere della bellezza della piazza.

I 150 anni con la cucina di Tommaso Calonaci

Il ristorante “la Buona Novella” è affidato ad una brigata under 30 diretta dallo chef Tommaso Calonaci. Un menù dove i sapori toscani, anche più più decisi, sono rivisti in chiave odierna, tra storia e innovazione. Con lui anche Matilde Morandi giovanissima sous-chef che gioca con contraddizioni e contrasti. Esaltare i prodotti poveri come le verdure, la frutta e le spezie sono la sua sfida. Il suo amore per la pasticceria la spinge a giocare con la sontuosità del dolce e la sapidità del salato.

Per celebrare i 150 anni Calonaci ha messo in carta anche uno speciale menù degustazione. Si è domandato cosa potevano trovare alla Locanda Minerva di Firenze i viaggiatori del 1869 dando vita a ricette coraggiose. Cibreo, carabaccia, colombaccio.

Sara Maestrelli accoglie gli ospiti
“1869 Milk Punch” e inizia la serata dei 150 anni dell’Hotel Minerva

Accoglienza perfetta. La gentilezza del personale e il calore di tutta la famiglia Maetrelli proprietaria dell’ Hotel. Esordio datato 1869 per l’aperitivo in terrazza con un signature punch interessante per gusto e ricerca. Inserito nell’ottima proposta del bar il “1869 Milk Punch” è un concentrato di fiorentinità. Liquore Mediceo della farmacia di Santa Maria Novella, l’ottimo Gin di Peter of Florence, qualche goccia di China Santa maria Novella, Tea verde, Lemon Sherbet, un goccio di soda infuso con Elisir di Rose Santa Maria Novella. Chiarificazione con caglio di latte tecnica diffusa tra i buon bevitori ai tempi dell’apertura della Locanda di Minerva nel 1869.

“intepretazione di carabaccia”. Opera di Tommaso Calonaci
E tutto intorno… Firenze.

Cenare direttamente in piazza Santa Maria Novella ha sempre il suo fascino. Atmosfera soft, piccoli tavoli e servizio all’altezza del luogo. Apertura con carabaccia di cipolle, piatto tipico toscano, rivisto e reso leggero come una nuvola. A seguire un piatto per me impegnativo (essendo praticamente vegetariana ma anche il collega davanti a me lo era) il cibreo di pollo in omaggio a Pellegrino Artusi.

Graditissimo il primo piatto con ravioli ripieni di ricotta e strigoli, un’erba oggi non più comunemente usata, con intingolo arrosto e pecorino grattato. Altro piatto coraggioso che ho solo ammirato, il colombaccio in tegame con sugo dolce-forte e tartufo: un autentico richiamo alla tradizione. Conclusione con un rivisitato “Dolce Firenze” della brava Morandi. Una ricetta che l’Artusi proponeva come riutilizzo del pane avanzato di cui è stata mantenuta la stratificazione e diverse consistenze. Crema fredda all’arancia con salsa inglese al limone e varie cips di pane, meringa al latte e cioccolato bianco temperato.
In abbinamento vini del territorio, azienda Frescobaldi, una scelta che solitamente non amo particolarmente, ma che si è ben integrata con la proposta della serata. I 150 anni dell’Hotel “Minerva” festeggiati nel migliore dei modi.

restyling del “Dolce Firenze” a firma Matilde Brandi

I consigli di GustarViaggiando

Se venite da fuori vi consigliamo calorosamente di fare un doppio tuffo nell’arte alloggiando al Grand Hotel Minerva. Se invece non avete necessità di pernottare vi consigliamo vivamente un’altra novità del 2019. Una cena esclusiva (su prenotazione) per un massimo di 8 persone nel punto più alto della terrazza panoramica per una vista a 360 su tutta la città. Sono previsti 3 menu degustazione dedicati, studiati dallo Chef Tommaso Calonaci, tra cui scegliere (pesce, carne e vegetariano).
Altra novità gli appetizers ordinabili con i drink sempre in terrazza e il giovedì musica dal vivo. E potrete immaginare, la prenotazione è vivamente consigliata perchè l’Hotel Minerva va oltre i suoi 150 anni.

Roberta Capanni

I  150 anni dell'Hotel "Minerva"
mangiare direttamente in Piazza Santa Maria Novella ha un gran fascino