Ciaspolata nella Valle dei Mòcheni. Alla scoperta di un angolo singolare angolo di Trentino.

Guat Kemmen (benvenuto in lingua mòchena) nella valle dei frutti di bosco.

Ciaspolata nel buio di una notte senza luna, mentre la strada innevata sale attraversando il bosco. Una bella sensazione che val la pena di essere raccontata per l’atmosfera che la montagna regala ogni inverno. Siamo in tanti ma chi si attarda ha la possibilità di ascoltare  il silenzio ovattato della neve che continua a fioccare tra gli alberi e su di noi.

Ospiti dell’Istituto di Tutela Grappa del Trentino abbiamo visitato la Valle dei Mòcheni le cui montagne si scorgono fin dalla città di Trento. Una valle per lungo tempo rimasta isolata, difficile da raggiungere,  che si è mantenuta lontana dal turismo di massa e che, per questo,  ha mantenuto caratteristiche uniche.
Qui, in una parte della valle, si parla il mòcheno, idioma di origine bavarese influenzato nei secoli da varie culture.  Una lingua che gli abitanti  si sono tramandati insieme a tradizioni e simbologie che seguono l’alternarsi delle stagioni, caratteristica che rende questa valle particolarmente interessante.

cof

Camminare nel bosco a -7 con le ciaspole, in salita, a circa 1700 metri, è sempre una bella esperienza specialmente se ad un certo punto del percorso c’è chi nel buio appena illuminato dalle fiaccole, ti offre del vin brulè. Un buon modo per ripartire con vigore senza sentire il freddo della notte.
Canezza, Paù del Fersina, Sant’Orsola Terme, Fierozzo, Frassilongo (i paesi della valle) si avviano al riposo mentre noi ci godiamo questo scampolo notturno di valle prima di tornare al nostro albergo, l’Aquila nera”  in località Kamauvrunt a Frassilongo, dove ci attende la famosa cucina di casa fatta di canederli di ogni tipo, cervo, crauti, stinco di maiale e treccia mòchena.

La treccia mòchena merita una parentesi perché pur non essendo un dolce tradizionale lo è diventato (inventata  negli anni ’90 da un panettiere di Canezza),  è talmente buona che ormai fa concorrenza ai dolci tradizionali come lo Straboi o Kiachl il dolce fritto che si prepara nei giorni di carnevale e la torta al limone (Lemonpai).

cof

La ciaspolata mette appetito e la compagnia dei distillatori mette allegria e parlando di grappe viene voglia di restare in questa valle per scoprirne segreti e tradizioni. D’altronde quest’atmosfera ben si lega alla magia degli alambicchi.
La valle Mòchena ha un’architettura fatta di masi  e piccoli agglomerati, contornata da boschi e prati che in primavera e in estate offrono corroboranti passeggiate. Per capire meglio la valle e le sue tradizioni il consiglio è di visitare l’istituto Mòcheno bersntoler Kulturinstitut che nel 2003 ha pubblicato  la prima grammatica della lingua mòchena.

cof

In valle, oggi, è tornata anche la capra pezzata della Valle del Fersina, la capra mòchena dal mantello a pelo lungo pezzato, che aveva rischiato di scomparire mentre le tradizioni, al momento, sembrano tenere grazie anche ai giovani che ne hanno riscoperto l’importanza.

L’occasione della ciaspolata ci ha dato modo di conoscere quest’angolo appartato di Trentino, regione che non smette mai di stupirci e che ogni volta ci regala grandi emozioni. Vreala a tutti.(arriverderci in lingua mòchena)

Roberta Capanni