Nuovo ristorante Fusion a Firenze. Cucina cinese, giapponese, thailandese, vietnamita ma anche italiana.
Una notte a Pechino per chi ama i gusti del mondo
Fusion. Se amate la cucina Fusion c’è un nuovo ristorante a che ha aperto a Firenze. “One Night in Beijing” è l’insolito nome dato alla nuova proposta ristorativa, che prende spunto da una famosissima canzone che narra di una storia d’amore nell’affascinate atmosfera della notte di Pechino. Gustarviaggiando c’è stato, ha assaggiato e come sempre sta a voi dare un giudizio. Noi possiamo fare un reportage di ciò che abbiamo visto e provato, cosa che spesso è soggettiva. Chi segue i nostri consigli sa che siamo “scontrosi” e non saliamo in cattedra ma ormai conosce anche i nostri gusti e le nostre parole.
Situato nell’ottocentesca struttura della “Rotonda dei barbetti” “One Night in Beijing” appena entrati mostra la sua completa anima fusion. Ad accogliere i clienti due poltrone luccicanti, un mosaico di specchi che riflettono la luce. Una scala armoniosa dipinta di nero ma illuminata da luci scalino per scalino, conduce al piano superiore dove si trova situato il ristorante e il bar vero e proprio dove la struttura portante classica si adatta al rame del bancone e alle fogli di loto illuminate da piccole luci…le stelle della notte di Pechino.
Fusion, appunto, con la balconata in ferro battuto che accoglie divani dove l’oro e i giochi di luce creano un’atmosfera assolutamente diversa dai soliti ristornati. Fusion a tal punto che sullo sfondo della bella sala con lucernario dove troneggia un lungo tavolo laccato in bianco si può vedere la classica affettatrice toscana rossa e acciaio un tempo presente in tutte le buone pizzicherie nostrane.
Il menù non poteva che accogliere le suggestioni orientali ma anche nostrane. Così se per ogni piatto orientale si mantiene il rigore del mantenimento dei 5 sapori fondamentali – acido, piccante, amaro, dolce, salato – le 6 gradazioni del gusto – fresco, fragrante, profumato, fermentato, grasso, forte – le 4 consistenze – fondente, croccante, secco, morbido – e naturalmente il colore e la presentazione dei piatti senza scendere a troppi compromessi con la cultura culinaria occidentale seppur adattandosi allo stile contemporaneo. Per chi la cerca qui è possibile ordinare anche carne o pesce alla brace.
Sun Li Wei, chef di origine cinese che vive a Vienna dall’infanzia, propone un menù ricco con cui poter giocare, saltando dalla Cina al Giappone, dal Vietnam alla Thailandia.
Buone le proposte del Sushi Restaurant dove anche i piatti tipici come gli uramaki, i nigiri, i sashimi i sushi gunkan riservano sorprese, le vongole sake (vongole veraci cotte in un pentolino con il sake), i gamberi long jing (gamberi cotti con tè long jing in brodo di pollo), le tartare come quellaq di di gambero rosso di Mazara con fondo di avocado in salsa di tartare mentre tra gli uramaki hot salmon, roll di riso con tartare di salmone, maionese della casa, cipolline e ricoperto con salmone flambè, oppure il vegetariano, avocado, mango e alghe con salsa di mango e granella di pistacchi.
Ottima e di elevato livello la carta dei vini che inevitabilmente porta su il prezzo di una cena media che supera, sicuramente, le 50-60 euro.
Se avete non avete voglia del solito ristorante, se non ricercate la classicità e vi intrigano gusti diversi, questo ristorante fusion fa per voi.
R.C.