Sorsi di Toscana a Tavarnelle Val di Pesa. Poggio al Bosco e la sua produzione di vino e olio biologico.
Simpatia, preparazione e tanto impegno in questa piccola azienda dove si respira toscanità a pieni polmoni.
Ho conosciuto Poggio al Bosco dopo aver incontrato Lorisse Boschini ad un convegno sul vino in anfora. Questo signore che il vino lo sa fare come fa la sua famiglia da oltre 50 anni mi era subito restato simpatico per la schietta toscanità che esce da ogni parola che dice.
Lontano dai cliché dei vignaioli che siamo soliti incontrare oggi, Lorisse con il suo modo di fare racconta una storia che profuma di Toscana al 100%. Intanto il nome: Lorisse e non il sofisticato Loris. Così lo registro l’impiegato del comune quando venne alla luce, perché così si pronunciava in quella terrà chiantigiana fatta di cose semplici.
È così che oggi a Poggio al Bosco si fa un vino davvero sincero, biologico per scelta. Sul poggio, cioè sulla collina che da il nome all’azienda il vino si fa come una volta ma senza tralasciare niente al caso e con le conoscenze con cui oggi si crea del buon vino.
Siamo andati a trovare Lorisse Boschini qualche giorno fa, curiose anche di conoscere Elena, la figlia che con i suoi studi di marketing sta mettendo l’azienda sempre di più al passo con le esigenze del nostro tempo. Il piccolo borgo in cui si trova la cantinetta di degustazione accoglie perlopiù case di famiglia proprio come succedeva sempre nella campagne una volta.
Elena ci ha accolto con tutto il suo brio e la sua operosità, forte delle sue idee e dei suoi prodotti. Rimaniamo subito colpiti non solo dai vini ma anche da tutte le altre offerte atte al coinvolgimento di stranieri: scrub, creme per il vino o il corpo fatte sempre tratti dall’uva e dalle olive prodotti in azienda dal profumo leggero, naturale e non invadente, gelatine di vino adatte alla degustazione di formaggi e altre bontà. Insomma per far quadrare i conti il vino non sempre basta e visto che tutti vogliono portarsi via un ricordo e che nel bagaglio a mano permesso in aereo le bottiglie di vino non entrano, ecco le confezioni adatte al trasporto ideali per fare qualche pensierino.
Prima l’assaggio poi il giro in cantina e anche se sono solo le 11 di una giornata calda iniziamo il nostro lavoro. Questi vini nascono da uve curate con amore “come figlioli”, ci tiene a precisare Lorisse che ogni tanto, tra un’attività e un’altra, fa capolino nella saletta di degustazione, ed ha ragione perché i vini di Poggio al Bosco raccontano la Toscana ad ogni sorso.
Sorsi di Toscana con i vini di Poggio al Bosco.
Iniziamo dal bianco che come si sa in Toscana non regala grandi vini ma il Lunatico IGT con 50% Petit Manseng, 30% Chardonnay, 20% Viognier, il nostro primo assaggio ci racconta come questi vitigni “sentono la terra toscana. Così con il Lunatico, dall’etichetta allegramente colorata, abbiamo un vino imprevedibile che vira e cambia adattandosi al cibo che viene servito.
Il viaggio continua con un altro IGT, L’Estroverso, vino allegro, dal bel colore rosato, che racconta di cene con gli amici e (pare) spinga alla passione e ai giochi amorosi. Toscanissimo con il suo 95 % di Sangiovese e il 5% di colorino regala allegria a prima vista.
Cambio di etichetta ma non di qualità
Ancora un IGT l’Eclissi 2011 con il 60% Sangiovese, 35% Merlot, 5% Colorino e l’ Equinozio Merlot in purezza, persistente e piacevole. Un salto negli internazionali lo facciamo con il Solstizio 2011 Carbernet Sauvignon 100% con note di pepe nero e freschezza balsamica.
Tra le chiacchiere piacevoli capiamo che Elena ha molto lavoro e deve combattere ogni giorno con agenzie che pretendono degustazioni di vini a poco prezzo accompagnate da piatti cucinati come la sua struttura non può dare. In fondo siamo in una fattoria, qui si produce vino e non si fa ristorazione, cosa che oggi sembra quasi obbligatoria.
Il nostro incontro con Poggio al Bosco si intensifica raccontando il territorio toscano a tutto tondo. Elena Boschini ci versa le sue DOCG Annata 2013 dove il toscano Sangiovese prevale per 80%, seguito da 10% Trebbiano e Malvasia, 5% Colorino, 5% Canaiolo e il Chianti DOCG Riserva 2009 che immaginiamo su qualche bel piatto toscano intorno ad un tavolo di amici.
In cantina troviamo ancora tanta Toscana semplice, quella che fino agli anni’70 era la normalità, quando le cantine non erano state pesantemente restaurate e trasformate in sofisticati locali un po’ simili in ogni parte del mondo.
Da una parte, all’ombra di capannone, riposano vecchie damigiane polverose che Lorisse ci inviata a “Sniffare”: qui si fa l’aceto vero figlio di una “madre” di oltre 70 anni.
Ce ne andiamo portandoci dietro un bel ricordo, acquistando una bottiglia di Lunatico da bere alla salute della Famiglia Boschini.
Roberta Capanni
Se volete assaggiare i vini di Poggio al Bosco il consiglio è quello di chiamare prima perché Elena fa molte degustazioni! #poggioalbosco Tel: +39 055 80 76 474