La storia del Brunello di Montalcino alla Fattoria dei Barbi.

In occasione della svinatura l’incontro con i portagonisti di una storia che si allunga nei secoli

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fattoria-dei-barbi. veduta-del-monte-amiata

Taverna dei Barbi e Brunello di Montalcino. A Gustarviaggiando amiamo i prodotti “raccontati”, ci piace vedere con i nostri occhi, ascoltare con le nostre orecchie. L’Italia è, senza ombra di dubbio, il paese dove si mangia e si beve meglio. Tutto grazie a chi negli anni ha portato avanti, con ingegno e fatica, un lavoro che ha plasmato il territorio rendendolo unico al mondo. Sembra banale ma noi vogliamo continuare a riperterlo.

La storia che vi raccontiamo oggi parte da Montalcino e dal suo territorio. Qui  gli antenati etruschi aleggiano su boschi e vigneti.
Siamo arrivati a Montalcino per assistere alla svinatura del Brunello della Fattoria dei Barbi, un’ultima vasca rimasta dopo questa vendemmia 2016 precoce, ma che dovrebbe regalare un vino di qualità.
Ci aspettavamo una visita in cantina, come sempre capita a chi fa il nostro mestiere, invece abbiamo avuto molto di più, abbiamo avuto i ricordi, le storie, le emozioni di chi questa fattoria l’ha vissuta e portata avanti.

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Il Brunello della Fattoria dei Barbi si conserva nella bella cantina dove le foto degli antenati vegliano su botti e barrique. Nella parte più antica riposano le annate  più preziose, in piccole celle illuminate da una luce rossa come il colore del vino. La prima bottiglia medaglia attribuita dall’allora Ministrero dell’Agricoltura data 1870 e questo la dice lunga sulla storia della famiglia che porta avanti la fattoria: i Colombini.

È stato Stefano Colombini e poi sua madre Francesca, a far diventare la nostra visita e la nostra degustazione di Brunello qualcosa di più. Con i loro racconti, il loro vino ha assunto qualche degna nota in più. Territorio, prodotto, storia, persone. Il segreto è tutto qui.

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Fattoria-dei-Barbi- passata-di-ceci-con-tagliolini fatti a nano . Taverna dei Barbi

Cinque le annate in degustazione dal 2005 al 2011 del Brunello di Montalcino Vigna del Fiore Fiore (quasi sei ettari  di vigna dalla cui produzione nelle annate migliori un terzo viene tolto per dare vita a questo vino) ben introdotte da Maurizio Cecchini, l’enologo che condivide (e mi sembra il termine più adatto) le emozioni della famiglia per il loro vino. Un Brunello che ad ogni annata ci ha regalato sensazioni diverse ma sempre coinvolgenti.

A tavola, dove il vino esalta il cibo, l’esplosione di sapori ha ripreso a raccontare una storia. Dalla cucina della  Taverna dei Barbi sono arrivati in tavola piatti della tradizione senese come la passata  di ceci con tagliolini fatti rigorosamente a mano,  Il galletto  in umido con i sedani rifatti, i formaggi prodotti in fattoria con le composte fatte da Lucia, la meravigliosa e simpatica cuoca che dirige la cucina. E ancora Brunello 2011, un grande classico come Morellino di Scansano D.O.C.G. , il fermentino I.G.T. Toscana ultimo nato alla fattoria dei Barbi e altro ancora.
E tra un piatto e l’altro le storie di vita e di “Brunello”ma anche  la storia del territorio delle famiglie un tempo presenti e oggi estinte, le vigne, i terreni, tutto raccontato con estrema passione, e amabilmente, da Stefano Colombini.

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Fattoria dei-Barbi-preparazione-Brunello-2016

 

Mentre gustavamo il Vinsanto del Chianti D.O.C  2010 è arrivata per un saluto la signora Francesca. Ha ereditato da suo padre la conduzione  dei possedimenti della famiglia nel 1976. Con lei abbiamo vissuto la storia della scomparsa del sistema della mezzadria, della nascita della Fattoria dei Barbi, seguito le scelte fatte da suo padre Giovanni, classe 1906, uomo dalle geniali intuizioni  che portò per primo il Brunello nel mondo. Una storia quella raccontata con garbo dalla signora Francesca non solo della fattoria e della sua famiglia ma delle famiglie che hanno aiutato a creare  quello che oggi vediamo, i lavoratori che hanno accompagnato per decenni il cambiamento avvenuto nella società.

Conclusione di giornata ancora in cantina per vedere la svinatura ed assaggiare quello che poi diventerà il Brunello Fattoria dei Barbi 2016: impenetrabile nel bicchiere ma già con i profumi del miglior Brunello.

Roberta Capanni

IL CONSIGLIO:

Non privatevi di un pranzo o una cena alla Taverna dei Barbi e una visita al Museo del Brunello