I Re Magi tra Firenze e Milano sono un esempio di storia e tradizione. Firenze è protagonista delle festività, con i Re Magi, anche se questa volta  condividiamo la storia con la città di Milano. Dal 1997, infatti, in città è stata ripristinata un’antica tradizione ,“la festa de’ Magi”, una fastosa ricorrenza celebrata con un corteo storico. Questo corteo parte i da Palazzo Pitti e arriva fino al Duomo.
Cosa c’entrano i Re Magi con Firenze direte voi?

La cavalcata dei Magi a Firenze jpg

Facciamo un salto nel passato: siamo nel 1417 e la Signoria della Repubblica decide di istituire e sovvenzionare “la compagnia dei Magi”  (chiamata anche della Stella). I componenti, di questa compagnia, come Poliziano, Landino, Acciaiuoli e molti altri umanisti, si riunivano nella chiesa di San Marco. Ogni 6 gennaio poi un fastoso corteo di cavalieri si ritrovava davanti al Battistero, nella zona anticamente conosciuta come il Paradiso.La zona era quella tra il Battistero e la Cattedrale e da qui il corteo proseguiva poi cavallo fino al convento di San Marco, rievocando così il viaggio dei tre saggi persiani in Betlemme.

Re Magi tra Firenze e Milano dipinto nella Cappella_dei_magi-Melchiorre

I Magi e i Medici

La famiglia Medici era molto devota al culto dei Magi. Lo era talmente tanto da far affrescare le mura del palazzo Medici Riccardi di via Larga, da Benozzo Gozzoli con la rappresentazione della “cavalcata dei Magi”. Nell’affresco ci sono Gaspare, Baldassarre e Melchiorre, i tre misteriosi personaggi orientali menzionati nel Vangelo di Matteo. I tre personaggi, anche identificati con le stagioni della vita, la gioventù, l’età adulta e la vecchiaia, sono vestiti con i colori della casata dei Medici. C’è da dire che simbolicamente sono anche rappresentanti il rosso della fede, il verde della speranza e il bianco della carità.

Re Magi tra Firenze e Milano Arca-dei-Magi-SantEustorgio Milano
Arca-dei-Magi-SantEustorgio Milan

Chi erano i magi

Originari dell’altopiano persiano, i Magi erano sciamani, ma anche esperti astronomi. Seguendo i loro calcoli e la loro conoscenza del sistema stellare, giunsero davanti alla casa di Gesù dodici giorni dopo la sua nascita. Avevano riconosciuto nella sua figura l’anello di congiunzione tra i culti misterici orientali quali il mazdaismo e il buddismo, con il nuovo cristianesimo. I doni dei magi sono il riferimento alla doppia natura di Gesù, umana e divina. L’ oro perché Re, incenso per onorare la sua divinità, mirra per il culto dei morti e quindi Gesù uomo mortale.

La leggenda narra anche che durante il loro cammino, i Magi si fermarono a casa di un’anziana e la invitarono a unirsi a loro. La vecchietta però subito declinò l’invito. Poi ci ripensò e non riuscendo più a trovare i Magi  nel buio, da quel momento vagò nella notte portando doni a tutti i bambini sperando che tra di loro ci sia Gesù. Nacque così la Befana.

Milano e i Magi

Ed eccoci arrivati alla condivisione dei Re Magi con Milano.I loro resti mortali furono recuperati in India da Santa Elena, madre di Costantino, portati a Costantinopoli e successivamente, nel 1034,  furono trasportati a Milano e tumulate nella chiesa  di Sant’Eustorgio. L’antica Basilica, ancora oggi, ha l’iscrizione sulla facciata “Basilica Eustorgiana titulo Regibus Magis”. Questa chiesa Ambrosiana è conosciuta come la Basilica dei Re contenente una splendida cappella fatta costruire da Pigello Portinari (della nobile famiglia della Beatrice di Dante), che nel 1452 dirigeva la filiale del Banco Mediceo a Milano. Oggi le reliquie dei re Magi sono collocate nella Basilica di Colonia per loro appositamente costruita. Tra leggende e verità tramandate, ancora una volta possiamo comprendere meglio la nascita delle nostre tradizioni.

Elena Tempestini