Ferragamo: una città e la sua storia. Dalla Mostra a Palazzo Spini Feroni alle riprese del film di Dan Brown: Inferno.
E Firenze al centro dei segreti del mondo…
Firenze pare tornare al centro del mondo. Da città fulcro della cultura nel Rinascimento, a Capitale del Regno d’Italia. Il periodo di avvicinamento a Roma tra il 1860 e il 1870, poi fucina delle avanguardie nei primi anni del ‘900. E ancora da centro della grande Cultura negli anni di Giorgio La Pira al disastro dell’alluvione del 1966, Firenze era diventata, apparentemente, una “pura città di provincia”. Bella, bellissima ma solo un “museo a cielo aperto”.
Da qualche anno le cose sembrano cambiare. Se poi i fiorentini siano o non siano contenti di questi cambiamenti è un’altra storia Sta di fatto che c’è tanta più attenzione verso questa città.
E forse non è un caso se proprio oggi si è aperta la mostra “Un palazzo e la città” a Palazzo Spini Feroni in via Tornabuoni sede del Museo Salvatore Ferragamo. Una mostra che rimarrà aperta fino al 3 aprile 2016 che accompagna i festeggiamenti del 150esimo anniversario di Firenze Capitale: proprio in questo Palazzo, nel 1865, ebbe sede il Municipio.
Personalmente avevo visitato meticolosamente il bellissimo Museo Ferragamo, omaggio ad un grande artista che ha portato l’artigianato della calzatura nel mondo. Oggi, in occasione di un’intervista a Leonardo Ferragamo, ho visto quegli stessi ambienti. Ambienti meravigliosamente curati da Stefania Ricci e Riccardo Spinelli, dove si “raccontano ” le complesse vicende storiche del Palazzo, dei suoi abitanti e della città.
La mostra è un viaggio a ritroso nel tempo, tempo scandito dall’orologio visibile sulla facciata con le lancette che scorrono all’indietro.
Quando salvatore Ferragano nel 1927 arrivò in Italia dall’America, era già un uomo di successo. Scelse Firenze per ciò che rappresentava nel mondo: arte e artigianato di grande livello. Nei primi anni trascurò la clientela locale. Dopo il fallimento del 1933, conseguenza diretta della depressione economica mondiale, si rese conto che la città e la sua società dovevano tornare ad essere un punto di riferimento. Nel 1938 acquistò palazzo Feroni e ne fece “il suo biglietto da visita”.
Un posto dove uomini e famiglie di successo si sono susseguiti nei secoli. Le origini del Palazzo risalgono, infatti, al 1289. Fu Geri Spini, della potente famiglia fiorentina a dare incarico di costruire il palazzo. Il banchiere illustre riscuoteva in tutta Europa le decime per Bonifacio VIII, Geri fu anche uno dei più autorevoli rappresentanti della fazione dei Guelfi neri responsabili dell’esilio di Dante Alighieri.
La sua fama portò il Boccaccio a dedicare a lui e alla sua consorte, due novelle, che ritroviamo in sottofondo mentre visitiamo la mostra, recitate dalla voce dell’attore Luca Biagini.
Nel tempo il palazzo viene restaurato e adattato alle esigenze mutabili dei secoli: le sale vengono affrescate dal Poccetti nella prima parte del 1600 mentre il ‘700 vede nuovi affreschi.
Inferno
Il tempo, gli artisti che si sono succeduti, i committenti, i restauri hanno portato Palazzo Feroni ad essere la meraviglia che è oggi. E mentre mi fermo all’interno del Museo Ferragano a guardare il pozzo conosciuto come “di Beatrice, penso che a pochi passi da qui, Palazzo Vecchio è “occupato” per le riprese del film di Ron Howard ” Inferno” tratto dall’omonimo romanzo di Dan Brown e mi domando se questa città è stata mai dei suoi abitanti. Come l’Alighieri provo amore, come l’Alighieri provo “odio” per questa città tanto bella, e credetemi, davvero piena di segreti sconosciuti ai più.
Firenze, ti entra comunque nel cuore.
Roberta Capanni
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