Ci sono giorni in cui hai voglia di lasciarti tutto alle spalle. Basta uno spicchio di sole. Ci sono giorni in cui ti incammini verso il futuro che avresti voluto, quello di una vita senza  preoccupazioni,  con un  presente leggero e libero. Imbocchi quella strada e ti guardi indietro con un sorriso: oggi penso a me…e via verso una giornata di “zingarate” .

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Le zingarate, quelle giornate assolutamente necessarie che il grande Monicelli ha” codificato” nella trilogia di Amici Miei. Giornate che nascono “così” in mezzo alla settimana, quando invece dovresti lavorare e pensare ai problemi…

Tutto questo per raccontarvi la nostra zingarata della settimana scorsa. Direzione: mare, verso la Liguria e le sue Cinque Terre. Le maestose Apuane sulla destra che scorrono e si avvicinano, la Versilia sulla sinistra e via nel sole.  Prima tappa La Spezia, invitante con le sue palme sul lungomare e poi su verso quei piccoli paesi tanto belli dal mare tanto difficilmente raggiungibili da terra.

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Cinque Terre, cinque paesi: Manarola, Corniglia, Riomaggiore, Monterosso, Vernazza. Cinque gemme incastonate tra terra e mare e dichiarate dall’UNESCO, fin dal 1997, Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Difficile arrivare in questi paesi per chi decida di accedervi via terra, se non si hanno gambe buone e fiato, inutile provarci.

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In inverno poi bisogna fare attenzione agli orari dei pulmini (a pagamento!) che dai parcheggi (a pagamento) ti portano giù, in paese. Non fanno neanche orario continuato e hanno una lunga pausa pranzo che in pratica ti fa perdere le ore più calde e assolate di una giornata invernale.

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Se arrivate verso l’ora di pranzo poi dimenticatevi di trovare un ufficio informazioni aperto: abbiamo visto diversi turisti guardare spersi porte chiuse e cartelli. Ma durante la zingarata tutto va bene e allora, addio Manarola, un saluto e dietrofont. Torniamo sui nostri passi mentre lo stomaco insoddisfatto borbotta. Vernazza ci riserva la stessa accoglienza a noi e a due attrezzatissimi turisti che dopo aver parcheggiato come noi, vista la strada, come noi rimontano in macchina.

Ma allora? Direzione Golfo dei Poeti. Porto Venere finalmente ci accoglie nella sua tranquillità invernale. Non ci sono molte attività aperte e siam costretti,come altri, a scelte obbligate, che però solo per il fatto di essere aperti e di avere una veranda vista mare si fanno perdonare tutte le pecche culinarie. 

Ci sono quei ristoranti dove avete voglia di alzarvi e di andare in cucina a dire: scusate avete bisogno di una mano?”  Però la gentilezza dei due camerieri, la simpatia nata dalla “sciagura comune” con gli altri avventori, tra dialetti e lingue diverse fanno superare anche le peggiori linguine al pesto mai assaggiate!

Però la colpa è solo nostra e della zingarata che non “richiede” prenotazioni ma solo avventura, perchè la nostra Serena Giovannoni sulle specialità delle Cinque Terre ci aveva ben istruito nel suo articolo  “Il paradiso delle acciughe”
E poi c’è la bellezza  di questa costa che ha ispirato scrittori e poeti, della storia che si calpesta pietra dopo pietra e che ci ricorda che viviamo in un paese bellissimo.

Arrivederci alla prossima zingarata!