Pellegrino Artusi è sui nostri scaffali. Quanti  di noi hanno in casa, casomai di proprietà della nonna o della mamma di Pellegrino Artusi? Le edizioni più datate riporteranno qualche macchia “d’unto”, qualche sbucciatura, segno evidente che il manuale era una base fondamentale per le massaie. Ma chi era Pellegrino Artusi, il “padre” della cucina italiana? Era un “droghiere”, un oculato borghese che vendeva generi coloniali ma anche seta, di buona famiglia e con  una piccola cultura.

Pellegrino Artusi: da Forlimpopoli a Firenze

Un uomo che dal paese natale, Forlimpopoli, si trasferì a Firenze dopo una brutta storia di briganti e stupri che coinvolse la sua famiglia. E scelse Firenze. La scelse non solo per la bellezza ma anche perché, nel 1852 era, a suo dire, una città non eccessivamente dispendiosa. Una città dove si potevano fare buoni affari.
Molte persone ancora oggi credono che L’Artusi sia solo un libro di cucina. Dietro a quest’opera italiana tradotta in tutto il mondo (dopo Pinocchio), c’è questo signore borghese. Una cultura da autodidatta e una stretta amicizia con scienziati come Paolo Mantegazza (colui che, pare, portò in Italia la cocaina).

Dalla letteratura alla cucina

Oculato e bravo negli affari. Onesto ma capace di far fruttare il suo denaro, il signor Artusi da Forlimpopoli, presto poté vivere senza pensieri.
Dopo i primi tentativi di dedicarsi alla critica letteraria, che ebbero scarsi risultati, il suo interesse si concentrò sulla cucina.
Aveva ormai 70 anni quando arrivò il grande successo del suo ricettario La scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene. Sperimentare ogni ricetta, provare e riprovare, applicare alla cucina il metodo scientifico fu il suo grande merito. Unito all’arte di “raccontare” portò il libro al successo.

15 edizioni per uno dei libri più tradotti al mondo

Ben 15 edizioni. Curate maniacalmente dal buon Pellegrino che trasformò la sua casa fiorentina in piazza D’Azeglio, in una casa editrice. E se l’Italia era “fatta” da poco e in quel periodo “dovevano ancora esser fatti gli italiani”, l’Artusi dette una grande contributo all’unificazione della lingua.
Di Pellegrino Artusi oggi si parla spesso. Il suo paese natale, che per lunghi anni lo aveva dimenticato.Ora  vive sulla memoria del suo concittadino e quindi abbiamo accolto con piacere la giornata  dedicata all’Artusi organizzata da Arga Toscana e dal il Cenacolo degli Sparecchiatori nella bella location del Mercato Centrale di Firenze.  Una mattinata dedicata ai giornalisti  per parlare dell’Artusi tra Romagna e Toscana e dei prodotti del territorio con esperti provenienti da varie università e l’intervento della dottoressa Laila Tentoni Vice presidente di Casa Artusi.

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la ricetta: base per pasta fresca

Dulcis in fundo, a coronare la giornata, la prova in cucina: giornalisti (e non solo) con le mani in pasta con la Scuola di Cucina Lorenzo De’ Medici.Ricetta base per pasta fresca x 2:

  • 50 gr. Farina 00 grano tenero
  • 40 gr di farina integrale grano tenero
  • 1 uovo medio (a temperatura ambiente)

Impastare, far riposare avvolta nella pellicola per 20 minuti, e stendere con il matterello.