fiori
Le_sorgenti_dell'Arno

«Ed io: per mezza Toscana si spazia/un fiumicel che nasce in Falterona/e cento miglia di corso nol sazia»:

Quattordicesimo Canto del Purgatorio della Commedia dantesca. I versi accolgono chi ha intrapreso l’ascesa del Falterona (1654 m.), la seconda vetta più alta dell’Appennino tosco-romagnolo, superata (di pochissimo) dal vicino monte Falco (1658 m.). La lapide con la terzina del vate di Beatrice si trova a Capo d’Arno (1358 m., versante meridionale del monte).

Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi

Siamo nel cuore verde delle Foreste Casentinesi, all’interno del Parco nazionale ad esse dedicato,. Divisi nell’ammirazione e nell’osservazione tra gli stupendi faggi che dominano il paesaggio e la struttura arenacea dell’altura, la cui cima segna il confine tra i territori provinciali di Firenze ed Arezzo.

Per un fiorentino, come chi scrive, nato a due passi dal Torrino di Santa Rosa e quindi dall’Arno, giungere là dove sgorga il suo fiume e in vetta alla sua montagna è una grande emozione. Ed è con orgoglio e soddisfazione che ci si appoggia, nel riposo dopo la lunga passeggiata, alla croce che, su due regioni (Toscana ed Emilia-Romagna), abbraccia altre valli, altri monti, altri panorami.

lago degli idoli

Lago degli Idoli

Al cospetto di tanta natura e anche un po’ per dirottare il compiacimento delle origini su un sentimento più vicino a quel genere di enigmi che avrebbe affascinato il buon vecchio Peter Kolosimo, alfiere italiano dell’archeologia misteriosa, scendiamo sui pendii orientali del Falterona e facciamo sosta al piccolo Lago degli Idoli.

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Da cosa nasce questo nome? Dal fatto che lì sono state ritrovate numerose statuette, per lo più etrusche, ma pure greco-ellenistiche e romane. Molte di esse riproducono parti anatomiche umane, altre rappresentano animali. Tradotto in altri termini, lì gli antichi portano gli ex voto e consumano sacrifici. Il luogo è sacro e forse pure un po’ magico.

Ironia della sorte, è una mandriana con le sue mucche, nel 1838, a scoprire per caso la prima statuetta di bronzo. Nel giro di due anni, la società di amatori locali immediatamente costituitasi nella vicina Stia scava e trova così tanti reperti da… prosciugare il minuscolo specchio d’acqua, tornato tale solo da pochi anni!

Il Granduca Leopoldo II, al quale viene offerto l’intero patrimonio, dimostra scarso interesse (e poca sensibilità) e non frena la diaspora, che porta i reperti in giro per il mondo: Louvre, British Museum ed Ermitage, per quanto ne sappiamo. Per fortuna, gli scavi però continuano e proseguono anche i ritrovamenti, in particolare grazie al Gruppo Archeologico Casentinese.

croce del falterona

Si chiude così il singolare triangolo del Falterona, quasi tenuto insieme tra i luoghi dello sgorgare del fiume prìncipe della Toscana, del dominio panoramico dalla sua cima e del sito archeologico del Lago degli Idoli.

Enrico Zoi