Turisti o viaggiatori? Si fa largo, pian piano, nel pensiero collettivo e questo ci riempie di gioia. È l’idea che il tempo prezioso delle vacanze non sia un mero “stordimento” fatto di sole a go-go, stacchetti musicali con rito collettivo del balletto pre-cena, di aperitivi . Cose tipo “basta-che-sia-tanto-e-butto-giù-di-tutto”, di “sono-stato-dall’altra-parte-del-mondo-ma-non-sono-uscito-mai-dal-villaggio-perché-fuori-è pericoloso”.
Sempre meno turisti anni ’80 e più viaggiatori. Questo grazie anche a tanti bravi blogger che con i loro post, attimo dopo attimo, hanno fatto passare un messaggio diverso. Ma soprattutto grazie ai tanti scrittori, viaggiatori veri, che trasmettono sensazioni, colori ed emozioni direttamente sulle pagine. Questa volta rigorosamente di carta, di chi è entrato in scia del nuovo, anzi ritrovato, gusto del viaggio.
Il viaggio nei libri
Di cosa poi sia “il viaggio” oggi se ne parla molto. Sul web, sulle pagine di “non-guide”, negli incontri e nei festival dedicati al viaggio e ai viaggiatori. E anche nelle piccole, affascinanti librerie di viaggio che son nate in ogni paese del mondo.
Il viaggio che intendiamo noi di GustarViaggiando è quello di chi scopre un mondo dentro ogni pietra su cui mette il piede (o la ruota se va in bicicletta). E’ il viaggio nella memoria che si trova dentro ogni sapore puro. E’ il viaggio e l’idea stessa del viaggio, è l’incontro con chi apparentemente ci appare diverso, è il viaggio che si trova nell’ascolto del messaggio che ognuno ha per te.
La strada delle legioni
Durante una presentazione di un libro di viaggio(LEGGI articolo su la Strada delle legioni) avvenuta qualche giorno fa in una meravigliosa piazza. Un meraviglioso paese della Toscana, sul calar della sera, sotto un cielo dove nuvole nere facevano capolino in contrasto con il sole radente. Ci siamo accorti di “aver viaggiato” tanto pur stando seduti per un’ora.
Un viaggio che ci ha portato lontano, nella Gran Bretagna di oggi come in quella dell’imperatore Adriano. Ma anche sulle colline di San Minato dove abbiamo “passeggiato” in silenzio con dei pellegrini di oggi e abbiamo capito che possiamo vedere cose che non avremmo mai visto attraverso gli occhi di chi veramente non vede. Abbiamo sentito un vero viaggiatore/pellegrino insegnarci come si abbraccia e si accoglie chi oggi va “in pellegrinaggio verso la vita” come chi attraversa un mare a bordo di una carretta.
Che si abbiamo grandi o piccole possibilità, chiediamo di essere trattati da viaggiatori e non da turisti, specialmente in questa Italia dove “si suole spennare i polli (intesi nel senso di turisti)”. Oltre ai monumenti, alle bellezze naturali abbiamo un’altra cosa da preservare: il nostro sorriso più vero. Quello dell’accoglienza di cui siamo sempre stati capaci.
Qualcosa sta cambiando, guardiamoci intorno e facciamoci un esame di coscienza.
la redazione