Ci siamo mai realmente chiesti da dove derivino i più semplici utensili da cucina? Ebbene ancora una volta la storia ci stupisce, ci porta in un mondo affascinante a volte non divulgato. Intorno al 1470, Leonardo da Vinci, giovane apprendista del Verrocchio a Firenze, insieme all’amico Sandro Botticelli, alla sera dopo bottega, lavorava presso la taverna “Le tre lumache”.
Dopo qualche mese Leonardo divenne il cuoco, iniziando a cucinare e presentare piatti di sua invenzione. Vegetariano Pitagoriano convinto, i suoi piatti consistevano in piccole porzioni di verdura accompagnate da salse e forse polenta.

La cucina di Leonardo e “Le tre rane”
Gli avventori non gradirono, e Leonardo dovette lasciare la taverna. Iniziò allora a progettare utensili che potessero facilitare la preparazione dei cibi. Ecco materializzarsi disegni di frullatori, girarrosti, lavastoviglie e quant’altro si possa immaginare e usare anche oggi.
Testardamente, sempre insieme a Botticelli, Leonardo volle aprire una nuova taverna, “Le tre Rane”. Ebbe, anche questo esperimento, vita breve per l’incomprensione totale della sua sperimentazione culinaria.

Il “Codex Romanof”
Per tutta la sua esistenza Leonardo cercò di trasmettere il suo amore, la sua passione, per il cibo e la cucina, ma anche la sua convinzione dell’importanza delle verdure. Cosa importante in un periodo in cui, soprattutto sulle tavole dei ricchi, abbondavano preparazioni a base di cacciagione. Non abbiamo oggi la totale certezza che oltre i disegni Leonardo abbia scritto un ricettario. Comunque sia all’interno del “Codex Romanof”, misterioso manoscritto forse attribuito a Leonardo, ci si trovano molte ricette che dimostrano una grande e geniale passione per il cibo e la sua fantasiosa preparazione.
Elena Tempestini
[…] il paesino medievale, la cantina modello o quella più antica, fare cultura è anche informare che Leonardo da Vinci aveva una vigna a cui teneva molto e che potrebbe, una volta ritrovata, ( ne parleremo nel prossimo […]