Ci siamo mai realmente chiesti da dove derivino i più semplici utensili da cucina? Ebbene ancora una volta la storia ci stupisce, ci porta in un mondo affascinante a volte non divulgato. Intorno al 1470, Leonardo da Vinci, giovane apprendista del Verrocchio a Firenze, insieme all’amico Sandro Botticelli, alla sera dopo bottega, lavorava presso la taverna “Le tre lumache”.

Dopo qualche mese Leonardo divenne il cuoco, iniziando a cucinare e presentare piatti di sua invenzione. Vegetariano Pitagoriano convinto, i suoi  piatti consistevano in piccole porzioni di verdura accompagnate da salse e forse polenta.

Pinte Vecchio visto dalla riva sinistra dell'Arno
Ponte Vecchio Firenze Foto di Roberta Capanni

La cucina di Leonardo e “Le tre rane”

Gli avventori non gradirono, e Leonardo dovette lasciare la taverna. Iniziò allora a  progettare utensili che potessero facilitare la preparazione dei cibi. Ecco materializzarsi disegni di frullatori, girarrosti, lavastoviglie e quant’altro si possa immaginare e usare anche oggi.

Testardamente, sempre insieme a Botticelli, Leonardo volle aprire una nuova taverna, “Le tre Rane”. Ebbe, anche questo esperimento, vita breve  per  l’incomprensione totale della sua sperimentazione culinaria.

codice romanof di Leonardo da Vinci

Il “Codex Romanof

Per tutta la sua esistenza Leonardo cercò di trasmettere il suo amore, la sua passione, per il cibo e la cucina, ma anche la sua convinzione dell’importanza delle verdure. Cosa importante in un periodo in cui, soprattutto sulle tavole dei ricchi, abbondavano preparazioni a base di  cacciagione. Non abbiamo oggi la totale certezza che oltre i disegni Leonardo abbia scritto un ricettario. Comunque sia all’interno del “Codex Romanof, misterioso manoscritto forse attribuito a Leonardo, ci si trovano molte ricette che dimostrano una  grande e geniale passione  per il cibo e la sua fantasiosa  preparazione.

Elena Tempestini