Il caldo Casentino. C’era una volta un panno chiamato casentino. Voglio iniziare da qui a parlare del Casentino. Una delle quattro vallate della provincia di Arezzo e di Stia. Il primo paese bagnato dall’ Arno. Ma perché iniziare dal panno casentino? Perché è un prodotto che si è fatto conoscere e apprezzare nel mondo. Un tessuto unico e riconoscibile, che per secoli ha portato lavoro in questo paese e in tutta la valle.

Il caldo Casentino. Il panno, storia
Il caldo Casentino. Pare che gli abitanti del castello di Palagio Fiorentino cioè Stia, già nel 1300 pagassero le tasse ai fiorentini con panni di lana orbace tessuta per i padri del vicino Eremo di Camaldoli e lana del Casentino. A questi si aggiunsero i frati della Verna. Poi nell’800 il panno iniziò la sua scalata verso l’alta società e fu adottato personaggi come Giacomo Puccini, Bettino Ricasoli, Giuseppe verdi e non solo.
Alla scoperta del panno casentino
Il caldo Casentino. E arriviamo all’oggi e al perché Stia e il Casentino siano una meta imperdibile. Lo sviluppo industriale legato alla produzione del panno aveva portato lavoro (si era arrivati ai primi del ‘900 a 500 operai) con la conseguente formazione di un insediamento industriale. Dopo il 1945, una cattiva gestione portata avanti da chi allora stava facendo fortuna con la lana, cioè i pratesi, aveva portato all’abbandono del sito. Tra l’altro incastonato tra le foreste verdeggianti del Casentino. Ma la storia è a lieto fine e oggi Stia, grazie ad una Fondazione, può offrire al viaggiatore, un bellissimo esempio di recupero industriale, che oserei definire molto “nordico”.
Museo della lana
Il viaggio nel museo e negli spazi industriali attualmente aperti sono un’ esperienza che val la pena di vivere. Gli ampi finestroni dove una volta si trovavano i macchinari rimandano istantanee del verde panorama. L’abile recupero offre viaggi nella memoria, le attività e le rassegne ospitate acquistano maggior valore.
Casentino. L’artigianato del ferro
Ce ne sono di davvero interessanti come la Biennale Europea d’Arte Fabbrile cioè la rassegna dell’Artigianato del Ferro battuto a settembre che porta a Stia fabbri da tutto il mondo, ma anche il museo o il negozio dove si possono acquistare bellissimi capi in panno casentino originale.
il casentino e la sua storia
Il Casentino offre davvero tanto con il Parco nazionale, i tanti castelli a partire da quello di Poppi. La Pieve e il Castello di Romena, i musei dedicati al lavoro dell’uomo sparsi sul territorio. L’Eremo di Camaldoli fondato da San Romualdo. Il santuario della Verna dove San Francesco nel 1224 ricevette le Stimmate. La storia di questa valle in bilico tra Firenze e Arezzo, spartiacque del Mugello è ricca di percorsi che non possono lasciare indifferente nessun viaggiatore. Le sue ricette tipiche evocano un passato fatto di cose semplici. Fatte con maestria secolare come testimoniano le sue Dop: il prosciutto del casentino, la patata rossa di Cetica…
Casentino. I buoni motivi per andarci
Passare qualche giorno in Casentino è sicuramente un viaggio nei sapori e nei saperi. Nell’arte e nella storia e io, pur essendo vicina non mi ero mai addentrata davvero dentro la sua storia se si escludono le gite classiche dei fiorentini a Camaldoli e alla Verna. Quindi nei prossimi fine settimana andrò alla ricerca dei piatti poveri ma gustosi del Casentino. Tra un museo e un castello. Farò sicuramente tappa nuovamente a Stia perche il prossimo inverno nel mio guardaroba un cappottino in casentino deve proprio esserci.