Preferite una bella pizza fumante o un bel “panino” di McDonald?  Noi preferiamo andare alla ricerca della pizza perfetta. Specialmente dopo la polemica che si è aperta con lo spot della famosa catena. Si vede un bimbo in pizzeria con i genitori indecisi sulla pizza da ordinare. Lui invece si dice sicuro di sapere cosa ordinare (ovviamente un prodotto Mc Donald).
Uno spot sacrosanto anche se, la cosa più grave, a mio avviso, è avere il colosso mondiale come main sponsor di Expo 2015.  Non poteva esserci scelta più sbagliata ( insieme ad altre) per un’esposizione che parla di cibo e di terra ritrovata e di come nutrire il pianeta.

Alla ricerca della pizza perfetta
Classica pizza Margherita

Comunque sia, è interessante il flashmob #HappyPizza lanciato da Green Italia che sta avendo un enorme riscontro. Chiunque potrà dimostrare di voler bene alle tradizioni italiane tavola fotografandosi mentre addenta un pizza.
La pizza migliore e più salutare ma a patto che sia fatta “come Dio comanda”. Cosa non sempre riscontrabile neanche nel nostro paese. L’ Italia, il paese della pizza, purtroppo, non  sempre offre un prodotto perfettamente digeribile e fatto con ingredienti genuini.
Prima di andare alla ricerca della pizza perfetta vediamo gli errori maggiori. Lievitazioni frettolose che rendono indigeribile la pasta, “finta” mozzarella, pomodoro di origine ignota.
Poche le pizzerie  che guardano con attenzione alla lievitazione e meno ancora quelle che acquistano ingredienti certificati.
Certo la pizza deve rimanere in costi contenuti ma  con un po’ di buona volontà si può fare molto. Esiste però anche la pizza perfetta (LEGGI).

Una pizza digeribile non deve essere per forza bassa, anche perché la vera pizza napoletana, non è lo è. Il trucco, dicevo, sta tutto nella lievitazione e nella maturazione dell’impasto di farina e acqua.  E’ importante capire che questi due processi non avvengono con gli stessi tempi e dipendono, tra le altre cose, dalla farina utilizzata e dalla temperatura a cui viene posto l’impasto.
Farine utilizzate e tempo di maturazione, sono due fattori importantissimi per ottenere una pizza davvero digeribile. Ma oggi, si sa, il tempo sembra non bastare mai e quindi spesso la maturazione viene tralasciata, fatta in fretta e naturalmente per abbreviarla vengono usate farine “più deboli”.

Poi c’è il problema dei forni a legna non ripuliti dai residui di farina ( quel nero che trovate sotto la pizza) che contengono componenti cancerogeni ma… Una buona pizza è comunque sempre più salutare di un hamburger di catena.
Si potrebbe passare ad una buona pizza fatta in casa. Con ottime farine, lievitazione con pasta madre e maturazione nei tempi giusti. La maturazione si fa in frigorifero perché con il freddo si ferma l’azione del lievito ma non la scomposizione dei composti complessi come proteine, grassi e amidi,  in elementi più semplici utili ai lieviti. Oppure si può cercare un “proprio” pizzaiolo di fiducia e restargli fedeli.

Roberta Capanni